DECRETO LEGISLATIVO 18 luglio 2005, n.171
Codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE, a
norma dell'articolo 6 della legge 8 luglio 2003, n. 172.
(GU n. 202 del 31-8-2005- Suppl. Ordinario n.148)
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista la legge 31 ottobre 2003, n. 306, recante «Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee. Legge comunitaria 2003», ed in particolare l'articolo 1 e l'allegato B;
Vista la direttiva 2003/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 giugno 2003, che modifica la direttiva 94/25/CE sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri riguardanti le imbarcazioni da diporto;
Vista la legge 11 febbraio 1971, n. 50, e successive modificazioni, recante norme sulla navigazione da diporto;
Visto il decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 436, recante attuazione della direttiva 94/25/CE in materia di progettazione, costruzione e immissione in commercio di unita' da diporto;
Visto il decreto legislativo 11 giugno 1997, n. 205, recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 436;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1997, n. 431, recante regolamento sulla disciplina delle patenti nautiche;
Vista la legge 8 luglio 2003, n. 172, e successive modificazioni, recante disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica, ed in particolare l'articolo 6, recante delega al Governo per l'emanazione del codice delle disposizioni legislative sulla nautica da diporto;
Viste le preliminari deliberazioni del Consiglio dei Ministri, adottate nelle riunioni del 15 ottobre 2004 e del 20 maggio 2005;
Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, espresso nella seduta del 3 marzo 2005;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 1° luglio 2005;
Sulla proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministro delle politiche comunitarie, di concerto con i Ministri degli affari esteri, dell'economia e delle finanze, della salute, delle comunicazioni, per la funzione pubblica, della giustizia, dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca e delle attivita' produttive;
Vista la legge 31 ottobre 2003, n. 306, recante «Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunita' europee. Legge comunitaria 2003», ed in particolare l'articolo 1 e l'allegato B;
Vista la direttiva 2003/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 giugno 2003, che modifica la direttiva 94/25/CE sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri riguardanti le imbarcazioni da diporto;
Vista la legge 11 febbraio 1971, n. 50, e successive modificazioni, recante norme sulla navigazione da diporto;
Visto il decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 436, recante attuazione della direttiva 94/25/CE in materia di progettazione, costruzione e immissione in commercio di unita' da diporto;
Visto il decreto legislativo 11 giugno 1997, n. 205, recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 436;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1997, n. 431, recante regolamento sulla disciplina delle patenti nautiche;
Vista la legge 8 luglio 2003, n. 172, e successive modificazioni, recante disposizioni per il riordino e il rilancio della nautica, ed in particolare l'articolo 6, recante delega al Governo per l'emanazione del codice delle disposizioni legislative sulla nautica da diporto;
Viste le preliminari deliberazioni del Consiglio dei Ministri, adottate nelle riunioni del 15 ottobre 2004 e del 20 maggio 2005;
Acquisito il parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, espresso nella seduta del 3 marzo 2005;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 1° luglio 2005;
Sulla proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e del Ministro delle politiche comunitarie, di concerto con i Ministri degli affari esteri, dell'economia e delle finanze, della salute, delle comunicazioni, per la funzione pubblica, della giustizia, dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca e delle attivita' produttive;
Emana
il seguente decreto legislativo
:
:
Titolo I
REGIME DELLA NAVIGAZIONE DA DIPORTO
Capo I
Disposizioni generali
Art. 1.
Finalità e ambito di applicazione
1. Le disposizioni del presente codice si applicano alla navigazione da diporto esercitata, per fini esclusivamente lusori o anche commerciali, mediante le unità di cui all'articolo 3 del presente codice, nonché alle navi di cui all'articolo 3 della legge 8 luglio 2003, n. 172. (1)
1-bis. Le disposizioni del presente
codice si applicano alle unità di cui all'articolo 3 che navigano in acque
marittime e interne, fermo restando quanto previsto dall'articolo 3 della legge
8 luglio 2003, n. 172, e dal decreto-legge 30 dicembre 1997, n. 457,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30. (2)
2. Ai fini del presente codice si intende per navigazione da diporto quella
effettuata in acque marittime ed interne a scopi sportivi o ricreativi e senza
fine di lucro, nonché quella esercitata a scopi commerciali, anche mediante le
navi di cui all'articolo 3 della legge 8 luglio 2003, n. 172, ferma restando la
disciplina ivi prevista.
3. Per quanto non previsto dal presente codice, in materia di navigazione
da diporto si applicano le leggi, i regolamenti e gli usi di riferimento
ovvero, in mancanza, le disposizioni del codice della navigazione, approvato
con regio decreto 30 marzo 1942, n. 327, e le relative norme attuative. Ai fini
dell'applicazione delle norme del codice della navigazione, le imbarcazioni da
diporto sono equiparate alle navi ed ai galleggianti di stazza lorda non
superiore alle dieci tonnellate, se a propulsione meccanica, ed alle
venticinque tonnellate, in ogni altro caso, anche se l'imbarcazione supera
detta stazza, fino al limite di ventiquattro metri.
(1) Il
presente comma è stato così sostituito dall’ art. 1, comma 1, lett. a), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(2) Comma inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. b), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(2) Comma inserito dall’ art. 1, comma 1, lett. b), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
Art. 2.
Unità da diporto utilizzata a fini
commerciali (2)
1. L'unità da diporto è utilizzata a fini commerciali quando:
a) è oggetto di contratti di locazione e di noleggio;
b) è utilizzata per l'insegnamento professionale della navigazione da
diporto;
c) è utilizzata da centri di immersione
e di addestramento subacqueo come unità di appoggio per i praticanti immersioni
subacquee a scopo sportivo o ricreativo;
c-bis) è utilizzata per assistenza all'ormeggio delle unità di cui all'articolo 3 nell'ambito delle strutture dedicate alla nautica da diporto; (3)
c-bis) è utilizzata per assistenza all'ormeggio delle unità di cui all'articolo 3 nell'ambito delle strutture dedicate alla nautica da diporto; (3)
c-ter) è utilizzata per l'attività di assistenza
e di traino delle unità di cui all'articolo 3 (3).
2. L'utilizzazione a fini commerciali
delle imbarcazioni e navi da diporto è annotata nell'Archivio telematico
centrale delle unità da diporto (ATCN), con l'indicazione delle attività svolte
e dei proprietari o armatori delle unità, imprese individuali o società,
esercenti le suddette attività commerciali e degli estremi della loro
iscrizione, nel registro delle imprese della competente camera di commercio,
industria, artigianato ed agricoltura. Gli estremi dell'annotazione sono
riportati sulla licenza di navigazione. (4)
2-bis. Nel caso di natanti
l'utilizzazione a fini commerciali è annotata secondo le modalità indicate nel
regolamento di attuazione del presente codice. (5)
3. Qualora le attività di cui al comma 1
siano svolte stabilmente in Italia con unità da diporto battenti bandiera di
uno dei Paesi dell'Unione europea o extraeuropei, l'esercente presenta allo
Sportello telematico del diportista (STED) una dichiarazione contenente le
caratteristiche dell'unità, il titolo che attribuisce la disponibilità della
stessa, nonché gli estremi della polizza assicurativa a garanzia delle persone
imbarcate e di responsabilità civile verso terzi e della certificazione di
sicurezza in possesso. Copia della dichiarazione, validata dall'Ufficio di
conservatoria centrale delle unità da diporto (UCON) per il tramite dello
Sportello telematico del diportista (STED), deve essere mantenuta a bordo. (1)
4. Le unità da diporto di cui al comma 1, lettera a), possono essere
utilizzate esclusivamente per le attività a cui sono adibite.
(1) Comma
così modificato dall’ art. 2, comma 1, lett. e), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(2) Rubrica così sostituita dall’ art. 2, comma 1, lett. a), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(3) Lettera aggiunta dall’ art. 2, comma 1, lett. b), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(4) Comma così modificato dall’ art. 2, comma 1, lett. c), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(5) Comma inserito dall’ art. 2, comma 1, lett. d), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(2) Rubrica così sostituita dall’ art. 2, comma 1, lett. a), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(3) Lettera aggiunta dall’ art. 2, comma 1, lett. b), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(4) Comma così modificato dall’ art. 2, comma 1, lett. c), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
(5) Comma inserito dall’ art. 2, comma 1, lett. d), D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
Art. 3.
Definizioni (1)
1. Le costruzioni destinate alla navigazione da diporto sono denominate:
a) unità da diporto: si intende ogni costruzione di qualunque tipo e con
qualunque mezzo di propulsione destinata alla navigazione da diporto;
b) unità utilizzata a fini commerciali - commercial yacht: si intende ogni
unità di cui all'articolo 2 del presente codice, nonché le navi di cui all'articolo
3 della legge 8 luglio 2003, n. 172;
c) nave da diporto maggiore: si intende ogni unità con scafo di lunghezza
superiore a ventiquattro metri, misurata secondo la norma armonizzata
UNI/EN/ISO/8666, e di stazza superiore alle 500 gross tonnage, di seguito GT,
ovvero a 600 tonnellate di stazza lorda, di seguito TSL;
d) nave da diporto minore: si intende ogni unità con scafo di lunghezza
superiore a ventiquattro metri, misurata secondo la norma armonizzata
UNI/EN/ISO/8666, e di stazza fino a 500 GT ovvero a 600 TSL, escluse le unità
di cui alla lettera e);
e) nave da diporto minore storica: si intende ogni unità con scafo di
lunghezza superiore a ventiquattro metri, misurata secondo la norma armonizzata
UNI/EN/ ISO/8666, e di stazza fino a 120 GT ovvero 100 TSL, costruita in data
anteriore al 1° gennaio 1967;
f) imbarcazione da diporto: si intende ogni unità con scafo di lunghezza
superiore a dieci metri e fino a ventiquattro metri, misurata secondo la norma
armonizzata UNI/EN/ISO/8666;
g) natante da diporto: si intende ogni unità a remi ovvero con scafo di
lunghezza pari o inferiore a dieci metri, misurata secondo la norma armonizzata
di cui alla lettera c), con esclusione delle moto d'acqua;
h) moto d'acqua: si intende ogni unità da diporto con lunghezza dello scafo
inferiore a quattro metri, che utilizza un motore di propulsione con una pompa
a getto d'acqua come fonte primaria di propulsione e destinata a essere
azionata da una o più persone sedute, in piedi o inginocchiate sullo scafo,
anziché al suo interno.
(1) Articolo
così sostituito dall’ art. 3, comma 1, D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
Capo II
Progettazione, costruzione e immissione
in commercio di unità da diporto
Art. 4.
Ambito di applicazione
[1. Le disposizioni del presente capo si applicano:
a) per quanto riguarda la progettazione e la costruzione, a:
1) unità da diporto, anche parzialmente completate, con scafo di lunghezza
compresa tra duevirgolacinque e ventiquattro metri;
2) moto d'acqua, come definite dall'articolo 5;
3) componenti di cui all'allegato I, quando sono immessi sul mercato
comunitario separatamente e sono destinati ad essere installati;
b) per quanto riguarda le emissioni di gas di scarico, a:
1) motori di propulsione che sono installati o specificamente destinati ad
essere installati su o in unità da diporto e moto d'acqua;
2) motori di propulsione installati su o in tali unità oggetto di una
modifica rilevante del motore;
c) per quanto riguarda le emissioni acustiche, a:
1) unità da diporto con motore di propulsione entrobordo o entrobordo con
comando a poppa senza scarico integrato;
2) unità da diporto con motore di propulsione entrobordo o entrobordo con
comando a poppa senza scarico integrato oggetto di una trasformazione rilevante
dell'unità e successivamente immesse sul mercato comunitario entro i cinque
anni successivi alla trasformazione;
3) moto d'acqua;
4) motori fuoribordo e entrobordo con comando a poppa con scarico integrato
destinati ad essere installati su unità da diporto.
2. Le disposizioni del presente capo non si applicano a:
a) per quanto riguarda il comma 1, lettera a):
a) per quanto riguarda il comma 1, lettera a):
1) unità destinate unicamente alle regate, comprese le unità a remi e le
unità per l'addestramento al canottaggio, e identificate in tal senso dal
costruttore;
2) canoe e kayak, gondole e pedalò;
3) tavole a vela;
4) tavole da surf, comprese le tavole a motore;
5) originali e singole riproduzioni di unità storiche, progettate prima
dell'anno 1950, ricostruite principalmente con i materiali originali e
identificate in tale senso dal costruttore;
6) unità sperimentali, sempre che non vi sia una successiva immissione sul
mercato comunitario;
7) unità realizzate per uso personale, sempre che non vi sia una successiva
immissione sul mercato comunitario durante un periodo di cinque anni;
8) unità specificamente destinate ad essere dotate di equipaggio ed a trasportare
passeggeri a fini commerciali, salvo le unità da diporto utilizzate per
noleggio o per l'insegnamento della navigazione da diporto, in particolare
quelle definite nella direttiva 82/714/CEE del Consiglio, del 4 ottobre 1982,
che fissa i requisiti tecnici per le navi della navigazione interna,
indipendentemente dal numero di passeggeri;
9) sommergibili;
10) veicoli a cuscino d'aria;
11) aliscafi;
12) unità a vapore a combustione esterna, alimentate a carbone, coke,
legna, petrolio o gas;
b) per quanto riguarda il comma 1, lettera b):
1) motori di propulsione installati, o specificamente destinati ad essere
installati, su: unità destinate unicamente alle regate e identificate in tale
senso dal costruttore, unità sperimentali, sempre che non vi sia una successiva
immissione sul mercato comunitario, unità specificamente destinate ad essere
dotate di equipaggio e a trasportare passeggeri a fini commerciali, salvo le
unità da diporto utilizzate per noleggio o per l'insegnamento della navigazione
da diporto, in particolare quelle definite nella citata direttiva 82/714/CEE,
indipendentemente dal numero di passeggeri, sommergibili, veicoli a cuscino
d'aria e aliscafi;
2) originali e singole riproduzioni di motori di propulsione storici,
basati su un progetto anteriore all'anno 1950, non prodotti in serie e montati
sulle unità di cui al comma 2, lettera a), numeri 5) e 7);
3) motori di propulsione costruiti per uso personale, sempre che non vi sia
una successiva immissione sul mercato comunitario durante un periodo di cinque
anni;
c) per quanto riguarda il comma 1, lettera c), a tutte le unità di cui alla
lettera b) del presente comma, le unità costruite per uso personale, sempre che
non vi sia una successiva immissione sul mercato comunitario durante un periodo
di cinque anni.
3. Le disposizioni del presente capo si applicano alle moto d'acqua e alle
emissioni di gas di scarico ed acustiche di cui al comma 1, a decorrere dalla
prima immissione sul mercato o messa in servizio successiva alla data di
entrata in vigore del presente codice.
4. Le disposizioni del presente capo si applicano anche alle unità da diporto utilizzate per noleggio, locazione, insegnamento della navigazione da diporto o come unità appoggio per le immersioni subacquee, purché immesse sul mercato per finalità di diporto. ]
4. Le disposizioni del presente capo si applicano anche alle unità da diporto utilizzate per noleggio, locazione, insegnamento della navigazione da diporto o come unità appoggio per le immersioni subacquee, purché immesse sul mercato per finalità di diporto. ]
Art. 5.
Definizioni
[1. Ai fini del presente capo, si intende per:
a) unità da diporto parzialmente completata: una unità costituita dallo scafo e da uno o più altri componenti;
b) moto d'acqua: un natante da diporto di lunghezza inferiore a quattro
metri, che utilizza un motore a combustione interna con una pompa a getto
d'acqua come fonte primaria di propulsione e destinato ad essere azionato da
una o più persone non collocate al suo interno;
c) motore di propulsione: qualsiasi motore a combustione interna, ad
accensione a scintilla o per compressione, utilizzato a fini di propulsione,
compresi i motori a due tempi e a quattro tempi entrobordo, i motori entrobordo
con comando a poppa con o senza scarico integrato e i motori fuoribordo;
d) modifica rilevante del motore: la modifica di un motore:
1) che possa aver per effetto il superamento dei limiti di emissione del
motore stabiliti nell'allegato II, paragrafo B; le sostituzioni ordinarie di
componenti del motore che non alterano le caratteristiche di emissione non sono
considerate una modifica rilevante del motore;
2) che determina un aumento superiore al quindici per cento della potenza
nominale del motore;
e) trasformazione rilevante dell'unità: la trasformazione di un'unità che:
1) modifica il mezzo di propulsione dell'unità;
2) comporta una modifica rilevante del motore;
3) altera l'unità in misura tale che essa possa considerarsi una diversa
unità;
f) mezzo di propulsione: il meccanismo mediante il quale l'unità è mossa in
particolare eliche o sistemi di propulsione meccanica a getto d'acqua;
g) famiglia di motori: il raggruppamento, effettuato dal costruttore, di
motori che, per la loro progettazione, presentano caratteristiche di emissione
di gas di scarico simili e che sono conformi ai requisiti relativi alle
emissioni di gas di scarico stabiliti dal presente capo;
h) costruttore: persona fisica o giuridica che progetta e costruisce un
prodotto cui si applica il presente capo o che fa progettare o costruire tale prodotto
con l'intenzione di immetterlo sul mercato per proprio conto;
i) mandatario: persona fisica o giuridica stabilita nel territorio
dell'Unione europea, destinatario di un mandato scritto del costruttore di
agire a suo nome per quanto riguarda gli obblighi impostigli dal presente
capo.]
Art. 6.
Requisiti essenziali di sicurezza
[1. I prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, devono essere conformi ai requisiti essenziali in materia di sicurezza, salute, protezione dell'ambiente e dei consumatori indicati nell'allegato II.
2. I motori entrobordo e i fuoribordo a doppia alimentazione, a benzina ed a gas di petrolio liquido, devono essere conformi ai requisiti stabiliti, in aderenza alla normativa comunitaria, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
3. La marcatura CE di cui all'articolo 8 attesta la conformità dei prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, ai requisiti indicati al comma 1, salvo quanto previsto dall'articolo 12.
4. I prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, si presumono conformi ai requisiti indicati dal comma 1 qualora soddisfino le pertinenti norme nazionali adottate in applicazione delle norme armonizzate pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea.]
Art. 7.
Immissione in commercio e messa in servizio
[1. Possono essere immessi in commercio e messi in servizio per uso conforme alla loro destinazione i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, che soddisfano i requisiti di sicurezza indicati all'articolo 6 e che recano la marcatura CE di cui all'articolo 8.
2. Possono, inoltre, essere immessi in commercio e messi in uso i motori entrobordo e fuoribordo quattro tempi a doppia alimentazione, a benzina ed a gas di petrolio liquido, derivati da motori aventi le specifiche CE.
3. Possono essere immesse in commercio le unità da diporto parzialmente completate che soddisfino i requisiti indicati all'articolo 6, destinate, per la dichiarazione del costruttore o del suo mandatario stabilito nell'Unione europea o della persona responsabile dell'immissione sul mercato, ad essere completate da altri.
4. La dichiarazione di cui al comma 3 contiene i seguenti elementi:
a) nome e indirizzo del costruttore;
b) nome e indirizzo del mandatario del costruttore stabilito nel territorio
comunitario o della persona responsabile dell'immissione sul mercato;
c) descrizione dell'unità da diporto parzialmente completata;
d) dichiarazione attestante che l'unità da diporto è destinata ad essere
completata da altri e che essa è conforme ai requisiti essenziali previsti, in questa
fase di costruzione, dall'allegato II.
5. Possono essere immessi in commercio e messi in servizio i componenti di
cui all'articolo 4, comma 1, recanti la marcatura CE di cui all'articolo 8,
accompagnati da una dichiarazione di conformità, di cui all'allegato VIII, che
sono destinati ad essere incorporati nelle unità da diporto, conformemente alla
dichiarazione del costruttore o del suo mandatario nel territorio comunitario,
ovvero, in caso di importazione da un Paese terzo, di colui che immette i componenti
sul mercato comunitario.
6. La dichiarazione di cui al comma 5 contiene i seguenti elementi:
a) nome e indirizzo del costruttore;
6. La dichiarazione di cui al comma 5 contiene i seguenti elementi:
a) nome e indirizzo del costruttore;
b) nome e indirizzo del mandatario del costruttore stabilito nel territorio
comunitario o della persona responsabile dell'immissione sul mercato;
c) descrizione dei componenti;
d) dichiarazione attestante che i componenti sono conformi ai pertinenti
requisiti essenziali di cui all'allegato II.
7. Possono essere immessi in commercio o messi in servizio i motori di
propulsione entrobordo e entrobordo con comando a poppa senza scarico
integrato, i motori omologati a norma del provvedimento di recepimento della
direttiva 97/68/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre
1997, conformi alla fase II di cui al punto 4.2.3 dell'allegato I della
medesima, nonché i motori omologati a norma della direttiva 88/77/CE, del
Consiglio, del 3 dicembre 1987, se il costruttore o il suo mandatario stabilito
nell'Unione europea dichiara, ai sensi dell'allegato VIII, punto 3, che il
motore soddisfa i requisiti relativi alle emissioni di gas di scarico stabiliti
dal presente capo, quando sia installato in un'unità da diporto o in una moto
d'acqua secondo le istruzioni fornite dal costruttore.
8. In occasione di fiere, mostre e dimostrazioni, possono essere presentati i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, anche se non conformi alle disposizioni del presente capo, purché sia indicato espressamente e in modo visibile che detti prodotti non possono essere immessi in commercio o messi in servizio finché non siano resi conformi. ]
8. In occasione di fiere, mostre e dimostrazioni, possono essere presentati i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, anche se non conformi alle disposizioni del presente capo, purché sia indicato espressamente e in modo visibile che detti prodotti non possono essere immessi in commercio o messi in servizio finché non siano resi conformi. ]
Art. 8.
Marcatura CE di conformità
[1. Quando sono immessi sul mercato, i seguenti prodotti devono recare la marcatura CE di conformità apposta da un organismo di uno Stato membro dell'Unione europea, secondo le modalità di cui all'allegato III;
a) unità da diporto, moto d'acqua e componenti di cui all'allegato I, considerati conformi ai corrispondenti requisiti essenziali di cui all'allegato II;
b) motori fuoribordo considerati conformi ai requisiti essenziali di cui
all'allegato II, paragrafi B e C;
c) motori entrobordo con comando a poppa con scarico integrato considerati
conformi ai requisiti essenziali di cui all'allegato II, paragrafi B e C.
2. La marcatura CE di conformità, come indicato nell'allegato III, deve
essere apposta in modo visibile, leggibile e indelebile sulle unità da diporto
e sulle moto d'acqua di cui al punto 2.2 dell'allegato II, paragrafo A, sui
componenti di cui all'allegato I o sul loro imballaggio e sui motori fuoribordo
ed entrobordo con comando a poppa con scarico integrato di cui al punto 1.1
dell'allegato II, paragrafo B. La marcatura CE deve essere corredata dal numero
di identificazione dell'organismo responsabile dell'attuazione delle procedure
di cui agli allegati X, XI, XII, XIII e XIV.
3. E' vietato apporre marchi o iscrizioni sui prodotti contemplati dal presente capo che possano indurre in errore i terzi circa il significato o la forma della marcatura CE. Sui prodotti contemplati nel presente capo o sul loro imballaggio può essere apposto ogni altro marchio, purché questo non limiti la visibilità e la leggibilità della marcatura CE.
4. Qualora i prodotti oggetto del presente capo siano disciplinati da altre direttive relative ad aspetti diversi e che prevedano l'apposizione della marcatura CE, quest'ultima indica che gli stessi si presumono conformi anche alle disposizioni di tali direttive. La marcatura CE indica che il prodotto è conforme alle direttive applicabili o alle pertinenti parti delle stesse. In tale caso i riferimenti alle suddette direttive applicate dal costruttore, quali pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, devono essere riportati nei documenti, nelle dichiarazioni di conformità o istruzioni per l'uso che, in base a queste direttive, accompagnano tali prodotti.
3. E' vietato apporre marchi o iscrizioni sui prodotti contemplati dal presente capo che possano indurre in errore i terzi circa il significato o la forma della marcatura CE. Sui prodotti contemplati nel presente capo o sul loro imballaggio può essere apposto ogni altro marchio, purché questo non limiti la visibilità e la leggibilità della marcatura CE.
4. Qualora i prodotti oggetto del presente capo siano disciplinati da altre direttive relative ad aspetti diversi e che prevedano l'apposizione della marcatura CE, quest'ultima indica che gli stessi si presumono conformi anche alle disposizioni di tali direttive. La marcatura CE indica che il prodotto è conforme alle direttive applicabili o alle pertinenti parti delle stesse. In tale caso i riferimenti alle suddette direttive applicate dal costruttore, quali pubblicate nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, devono essere riportati nei documenti, nelle dichiarazioni di conformità o istruzioni per l'uso che, in base a queste direttive, accompagnano tali prodotti.
Art. 9.
Valutazione della conformità
[1. Prima di immettere sul mercato o mettere in servizio i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, il costruttore o il suo mandatario stabilito nell'Unione europea espletano le procedure di cui ai commi 2, 3 e 4. Per le unità da diporto, in caso di valutazione della conformità successiva alla costruzione, se né il costruttore né il mandatario stabilito nella Comunità assumono la responsabilità per la conformità del prodotto al presente capo, questa può essere assunta da una persona fisica o giuridica stabilita nella Comunità che immette il prodotto sul mercato o lo mette in servizio sotto la propria responsabilità. In tale caso la persona che immette il prodotto sul mercato o lo mette in servizio deve presentare una domanda a un organismo notificato ai fini di una relazione successiva alla costruzione. La persona che immette il prodotto sul mercato o lo mette in servizio deve fornire all'organismo notificato tutti i documenti disponibili ed i dati tecnici relativi alla prima immissione sul mercato del prodotto nel Paese di origine. L'organismo notificato esamina il singolo prodotto ed effettua calcoli e altre valutazioni per assicurarne la conformità equivalente ai pertinenti requisiti di cui all'articolo 6. In tale caso la targhetta del costruttore descritta all'allegato II, punto 2.2, deve contenere la dizione «certificazione successiva alla costruzione». L'organismo notificato redige la dichiarazione di conformità concernente la valutazione eseguita e informa la persona che immette il prodotto sul mercato o lo mette in servizio riguardo ai suoi obblighi. Detta persona redige la dichiarazione di conformità di cui all'allegato VIII e appone o fa apporre sul prodotto la marcatura CE con il numero distintivo del pertinente organismo notificato.
2. Per quanto riguarda la progettazione e la costruzione dei prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a), il costruttore di unità o il suo mandatario stabilito nella Comunità espletano le seguenti procedure per le categorie di progettazione A, B, C e D, di cui al punto 1 dell'allegato II, paragrafo A:
a) per le categorie A e B:
1) per le unità con scafo di lunghezza compresa tra duevirgolacinque e
dodici metri: controllo di fabbricazione interno e prove (modulo AA) di cui
all'allegato V o esame CE del tipo (modulo B) di cui all'allegato VI,
completato dalla conformità al tipo (modulo C) di cui all'allegato VII, oppure
uno dei seguenti moduli: B + D, B + E, B + F, G, H;
2) per le unità con scafo di lunghezza compresa tra 12 e 24 metri: esame CE
del tipo (modulo B), di cui all'allegato VI, completato dalla conformità al
tipo (modulo C), di cui all'allegato VII, oppure uno dei seguenti moduli: B +
D, B + E, B + F, G, H;
b) per la categoria C:
1) per le unità con scafo di lunghezza compresa tra duevirgolacinque e
dodici metri: in caso di rispetto delle norme armonizzate relative ai punti 3.2
e 3.3 dell'allegato II, paragrafo A: controllo di fabbricazione interno (modulo
A) di cui all'allegato IV o controllo di fabbricazione interno e prove (modulo
AA) di cui all'allegato V, o esame CE del tipo (modulo B) di cui all'allegato
VI, completato dalla conformità al tipo (modulo C) di cui all'allegato VII,
oppure uno dei seguenti moduli: B + D, B + E, B + F, G, H; in caso di
inosservanza delle norme armonizzate relative ai punti 3.2 e 3.3 dell'allegato
II paragrafo A: controllo di fabbricazione interno e prove (modulo AA) di cui
all'allegato V, o esame CE del tipo (modulo B) di cui all'allegato VI,
completato dalla conformità al tipo (modulo C) di cui all'allegato VII, oppure
uno dei seguenti moduli: B + D, B + E, B + F, G, H;
2) per le unità con scafo di lunghezza compresa tra 12 e 24 metri: esame CE
del tipo (modulo B) di cui all'allegato VI, completato dalla conformità al tipo
(modulo C) di cui all'allegato VII, oppure uno dei seguenti moduli: B + D, B +
E, B + F, G, H;
c) per la categoria D:
1) per le unità con scafo di lunghezza compresa tra duevirgolacinque e
ventiquattro metri: controllo di fabbricazione interno (modulo A) di cui
all'allegato IV o controllo di fabbricazione interno e prove (modulo AA) di cui
all'allegato V, o esame CE del tipo (modulo B) di cui all'allegato VI,
completato dalla conformità al tipo (modulo C) di cui all'allegato VII, oppure
uno dei seguenti moduli: B + D, B + E, B + F, G, H;
d) per le moto d'acqua:
1) controllo di fabbricazione interno (modulo A) di cui all'allegato IV, o
controllo di fabbricazione interno e prove (modulo AA) di cui all'allegato V, o
esame CE del tipo (modulo B) di cui all'allegato VI, completato dalla
conformità al tipo (modulo C) di cui all'allegato VII, oppure uno dei seguenti
moduli: B + D, B + E, B + F, G, H di cui agli allegati VI, X, XI, XII, XIII,
XIV;
e) per i componenti di cui all'allegato I:
1) uno dei seguenti moduli: B + C, B + D, B + F, G, H di cui agli allegati
VI, VII, X, XI, XII, XIII.
3. Per quanto riguarda le emissioni di gas di scarico per i prodotti di cui
all'articolo 4, comma 1, lettera b), il costruttore dei motori o il suo
mandatario stabilito nella Comunità applicano l'esame CE del tipo (modulo B) di
cui all'allegato VI, completato dalla conformità al tipo (modulo C) di cui
all'allegato VII, oppure uno dei seguenti moduli: B + D, B + E, B + F, G, H di
cui agli allegati VI, X, XI, XII, XIII, XIV.
4. Per quanto riguarda le emissioni acustiche:
a) per i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), numeri 1) e 2), il costruttore dell'unità o il suo mandatario stabilito nella Comunità applicano:
4. Per quanto riguarda le emissioni acustiche:
a) per i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), numeri 1) e 2), il costruttore dell'unità o il suo mandatario stabilito nella Comunità applicano:
1) se le prove sono effettuate utilizzando le norme armonizzate per la
misurazione del rumore: il controllo di fabbricazione interno e prove (modulo
AA) di cui all'allegato V o la verifica di un unico prodotto (modulo G) di cui
all'allegato XII ovvero la garanzia qualità totale (modulo H) di cui
all'allegato XIII;
2) se per la valutazione si utilizzano il numero di Froude e il rapporto
potenza/dislocamento: il controllo di fabbricazione interno e prove (modulo A)
di cui all'allegato IV, o il controllo di fabbricazione interno e prove (modulo
AA) di cui all'allegato V, o la verifica di un unico prodotto (modulo G) di cui
all'allegato XII, ovvero la garanzia qualità totale (modulo H) di cui
all'allegato XIII;
3) se per la valutazione sono utilizzati dati certificati relativi
all'unità di riferimento, stabiliti conformemente al numero 1): il controllo di
fabbricazione interno, modulo A, di cui all'allegato IV o il controllo di
fabbricazione interno e i requisiti supplementari, modulo AA, di cui all'allegato
V o la verifica di un unico prodotto, modulo G, di cui all'allegato XII o la
garanzia qualità totale, modulo H, di cui all'allegato XIII;
b) per i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera c), numeri 3) e
4), il costruttore della moto d'acqua o del motore o il suo mandatario
stabilito nella Comunità applicano il controllo di fabbricazione interno e i
requisiti supplementari di cui all'allegato V (modulo AA) o il modulo G o H di
cui agli allegati XII e XIII.
5. Le avvertenze e le istruzioni d'uso, nonché la documentazione relativa
ai mezzi di attestazione di conformità, devono essere redatte anche nella
lingua italiana.
6. Gli organismi di cui all'articolo 10 trasmettono al Ministero delle attività produttive e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti l'elenco delle approvazioni rilasciate, delle revoche e dei dinieghi di approvazione sui prodotti di cui all'articolo 4, comma 1.
7. Le spese per la valutazione della conformità sono a carico del richiedente. ]
6. Gli organismi di cui all'articolo 10 trasmettono al Ministero delle attività produttive e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti l'elenco delle approvazioni rilasciate, delle revoche e dei dinieghi di approvazione sui prodotti di cui all'articolo 4, comma 1.
7. Le spese per la valutazione della conformità sono a carico del richiedente. ]
Art. 10.
Organismi di certificazione
[1. Possono essere autorizzati ad espletare le procedure di valutazione di conformità di cui all'articolo 9, nonché i compiti specifici per i quali sono stati autorizzati, i soggetti che soddisfano i requisiti fissati con regolamento adottato con decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Con lo stesso regolamento è disciplinato il procedimento di autorizzazione.
2. I soggetti interessati inoltrano apposita istanza al Ministero delle attività produttive che provvede, d'intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, alla relativa istruttoria ed alla verifica dei requisiti. L'autorizzazione è rilasciata dal Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, entro novanta giorni dalla data di presentazione della relativa istanza; decorso tale termine, si intende negata.
3. L'autorizzazione di cui al comma 2 ha durata quinquennale e può essere rinnovata. L'autorizzazione è revocata ove i requisiti di cui al comma 1 vengano meno ovvero nel caso in cui siano accertate gravi o reiterate irregolarità da parte dell'organismo.
4. All'aggiornamento delle prescrizioni, nonché all'aggiornamento dei requisiti in attuazione di norme comunitarie si provvede con regolamento adottato con decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
5. Il Ministero delle attività produttive e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti vigilano sull'attività degli organismi autorizzati. Il Ministero delle attività produttive, per il tramite del Ministero degli affari esteri, notifica alla Commissione europea e agli altri Stati membri l'elenco degli organismi autorizzati ad espletare le procedure di certificazione ed ogni successiva variazione.
6. In caso di diniego della certificazione da parte di uno degli organismi di cui al comma 1, l'interessato può rivolgersi alle amministrazioni vigilanti di cui all'articolo 11, che, entro sessanta giorni, procedono di intesa al riesame, comunicandone l'esito alle parti, con conseguente addebito delle spese.
7. Le spese di rilascio dell'autorizzazione sono a carico del richiedente. Le spese relative ai controlli successivi sono a carico degli organismi autorizzati. ]
Art. 11.
Vigilanza e verifica della
conformità
[1. La vigilanza sull'applicazione delle disposizioni del presente capo è demandata al Ministero delle attività produttive e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nell'ambito delle rispettive competenze, che operano in coordinamento fra loro.
2. Al fine di verificare la conformità dei prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, alle prescrizioni del presente capo, le amministrazioni vigilanti di cui al comma 1 hanno facoltà di disporre verifiche e controlli mediante i propri uffici centrali o periferici.
3. Gli accertamenti possono essere effettuati, anche con metodo a campione, presso il produttore, i depositi sussidiari del produttore, i grossisti, gli importatori, i commercianti o presso gli utilizzatori. A tale fine è consentito:
a) l'accesso ai luoghi di fabbricazione o di immagazzinamento dei prodotti;
b) l'acquisizione di tutte le informazioni necessarie all'accertamento;
c) il prelievo temporaneo e a titolo gratuito di un singolo campione per
l'esecuzione di esami e prove.
4. Per l'effettuazione delle eventuali prove tecniche le amministrazioni di
cui al comma 1 possono avvalersi di organismi tecnici dello Stato o di
laboratori conformi alle norme della serie EN 45000, specificatamente
autorizzati con provvedimento del Ministero delle attività produttive, di
concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
5. Al fine di agevolare l'attività di vigilanza e di verifica, il fabbricante, o il suo mandatario stabilito nel territorio comunitario, predispongono e mantengono a disposizione degli organi di vigilanza, per dieci anni, la documentazione indicata nell'allegato IX.
6. Ferma restando l'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 56, le amministrazioni vigilanti, quando accertano la non conformità dei prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, alle disposizioni del presente capo, ordinano al fabbricante o al suo mandatario stabilito nel territorio comunitario, o al responsabile dell'immissione in commercio, di adottare tutte le misure idonee a far venire meno la situazione di non conformità, fissando un termine non superiore a trenta giorni.
7. Decorso inutilmente il termine di cui al comma 6, le amministrazioni vigilanti ordinano l'immediato ritiro dal commercio dei prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, a cura e spese del soggetto destinatario dell'ordine.
8. Nel caso di mancato adeguamento, il Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, adotta le misure atte a limitare o vietare l'immissione del prodotto sul mercato o a garantire il ritiro dal commercio, a spese del costruttore o del suo mandatario stabilito nel territorio comunitario o del responsabile dell'immissione in commercio. ]
5. Al fine di agevolare l'attività di vigilanza e di verifica, il fabbricante, o il suo mandatario stabilito nel territorio comunitario, predispongono e mantengono a disposizione degli organi di vigilanza, per dieci anni, la documentazione indicata nell'allegato IX.
6. Ferma restando l'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 56, le amministrazioni vigilanti, quando accertano la non conformità dei prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, alle disposizioni del presente capo, ordinano al fabbricante o al suo mandatario stabilito nel territorio comunitario, o al responsabile dell'immissione in commercio, di adottare tutte le misure idonee a far venire meno la situazione di non conformità, fissando un termine non superiore a trenta giorni.
7. Decorso inutilmente il termine di cui al comma 6, le amministrazioni vigilanti ordinano l'immediato ritiro dal commercio dei prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, a cura e spese del soggetto destinatario dell'ordine.
8. Nel caso di mancato adeguamento, il Ministero delle attività produttive, di concerto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, adotta le misure atte a limitare o vietare l'immissione del prodotto sul mercato o a garantire il ritiro dal commercio, a spese del costruttore o del suo mandatario stabilito nel territorio comunitario o del responsabile dell'immissione in commercio. ]
Art. 12.
Clausola di salvaguardia
[1. Le amministrazioni vigilanti di cui all'articolo 11, qualora ritengano, a seguito di accertamenti effettuati in sede di vigilanza o su segnalazione degli organismi di cui all'articolo 10, che i prodotti oggetto del presente capo, ancorché recanti marcature CE ed utilizzati in modo conforme alla loro destinazione, possano mettere in pericolo la sicurezza e la salute delle persone, i beni o l'ambiente, vietano o limitano l'immissione in commercio e in servizio od ordinano il ritiro temporaneo dal mercato dei prodotti stessi, a cura e spese del soggetto destinatario dell'ordine, ed adottano di intesa ogni altro provvedimento diretto ad evitarne l'immissione in commercio o la messa in servizio, informandone immediatamente la Commissione europea. ]
Art. 13.
Disposizioni transitorie
[1. Possono essere messi in commercio o in servizio i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, che siano conformi alla normativa vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo, con le seguenti modalità:
a) fino al 31 dicembre 2005 per i prodotti di cui all'articolo 4, comma 1, lettera a), nonché per i motori ad accensione per compressione ed i motori a scoppio a quattro tempi;
b) fino al 31 dicembre 2006 per i motori a scoppio a due tempi.]
Art. 14.
Rinvio
1. Alla progettazione e costruzione delle navi da diporto si applicano le disposizioni del libro secondo, titolo I, del codice della navigazione e del libro II, titolo I, del regolamento per l'esecuzione del codice della navigazione, parte navigazione marittima.
1-bis. Alla progettazione, costruzione e
immissione in commercio delle unità da diporto di cui all'articolo 3, diverse
dalle navi da diporto e dalle navi di cui all'articolo 3 della legge 8 luglio
2003, n. 172, si applicano le disposizioni di cui al decreto legislativo 11
gennaio 2016, n. 5. (1)
(1) Comma
aggiunto dall’ art. 4, comma 1, D.Lgs. 3 novembre 2017, n. 229.
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