lunedì 11 gennaio 2021

PIROSCAFO PRINCIPESSA GIOVANNA



PIROSCAFO :  " PRINCIPESSA GIOVANNA"




Il piroscafo Principessa Giovanna fu costruito nel 1923 per conto del Lloyd Sabaudo. Nel 1932, confluendo il Lloyd Sabaudo nella nuova Società Italia di Navigazione, il piroscafo passò a quest'ultima Società. Nel novembre 1940 venne requisito dal Governo Italiano e fu adibito al trasporto di materiale strategico. Nel 1943 fu convertito in nave ospedale. Fece tredici viaggi curando e trasportando in patria dai vari campi migliaia di soldati feriti. Gli attacchi alle nostre unità ospedaliere furono numerosissimi, ricordiamo quello di cui fu vittima la "Principessa Giovanna", che al largo della costa tunisina aveva appena salvato 71 naufraghi del piroscafo "Campobasso" e del cacciatorpediniere "Perseo", affondati dagli inglesi. I quali, però, secondo la legge della solidarietà fra la gente del mare, avevano segnalato per radio la zona precisa dove recuperare i superstiti. Mentre la nave ospedale era intenta in questa operazione, veniva attaccata a 4 miglia dalla costa tunisina da aerei inglesi. In poche righe di un radiomessaggio il dramma: "Nave Ospedale Principessa Giovanna con 800 feriti a bordo uscita golfo Tunisi prossimità isola Zembra attaccata da aerei nemici bombardata e mitragliata ripetutamente. Danni e feriti a bordo. Proseguiamo navigazione propri mezzi". Firmato dal comandante Cesare Gotelli. Maggio 1943. Ma non era finita tre ore e venti minuti dopo, alle 18, altro attacco a bassa quota di aerei inglesi che si accanivano contro la "nave bianca" carica di feriti, con sventagliate di mitragliatrice e bombe che dopo aver sfondato diversi ponti esplosero nel cuore della "principessa Giovanna" provocando danni gravissimi e un esteso incendio. 51 morti, 52 feriti, spente tutte le luci, distrutti molti locali, compresi il gabinetto batteriologico e la farmacia. Malconcia e inclinata a sinistra, la nave riuscì tuttavia a riprendere la navigazione e a raggiungere Trapani. Successivamente riuscì a raggiungere Napoli con i propri mezzi. Rimesso in navigazione,  e sottoposta a notevoli lavori di riparazione. poté raggiungere Trieste dove venne messo in cantiere ai lavori. Rimesso in mare, dopo l'8 settembre 1943 si consegnò alla Marina Britannica nel porto di Malta. Sequestrato nel 1944 dall'Inghilterra, nel 1946 fu restituito alla Società Italia di Navigazione. Rimesso in cantiere ai lavori, nel 1947 fu riarmato dalla Società Italia e varato con il nome di San Giorgio. Dopo altri sei anni di navigazione, nel 1953 fu radiato ed avviato alla demolizione.

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