Notizie utili
Approfondimenti sugli aspetti tecnici della navigazione marittima,dell'architettura navale e relative norme, note storiche e diporto nautico. METEO PROGRESS - Archivio gratuito dati storici meteorologici, mareografici, idrografici e pubb. nautiche. (Link Indirizzo a piè pagina)
LA
RESISTENZA AL MOTO
La resistenza al rimorchio di una nave ad una
certa velocità è la forza necessaria
per rimorchiarla a quella velocità in acqua tranquilla. Tale resistenza è
definita resistenza totale, che è la somma delle seguenti resistenze:
-Resistenza di
attrito (Rf), energia spesa per fare
avanzare la carena in un fluido viscoso.
-Resistenza
d'onda (Rw), energia che deve essere fornita dalla nave al
sistema di onde che
essa genera sulla superficie dell'acqua; tali treni di onde, divergenti e trasversali, sono prodotti dalle
sovrapressioni e depressioni che la
carena genera nel suo moto dando luogo a variazioni di livello
del pelo libero (figura).
-Resistenza
di scia o dei vortici (Rv), energia dispersa nei vortici creati
dalla carena e dalle appendici,
tale dissipazione è tanto maggiore quanto minore è l'avviamento delle
forme.
-Resistenza dell'aria
(Ra), energia spesa per far avanzare l'opera
morta e le sovrastrutture
In genere le componenti Rw ed Rv vengono conglobate nella cosiddetta
Resistenza residua (Rr), per cui si ha:
Rr=Rw+Rv
ed infine:
Rt=Rf+Rr+Ra
Il calcolo della resistenza totale si basa sull’ipotesi di Froude, secondo la quale resistenza di attrito e resistenza residua sono indipendenti (cioè non interagiscono tra loro). Sotto queste ipotesi la resistenza di attrito viene calcolata mediante la formula:
( 1 ) Rf = Cf ּρּSּV2
in cui:
Cf = coefficiente di attrito da ricavare con formule empiric0
ρ = densità dell’acqua
S = superficie bagnata
V= velocità
Importanza fondamentale agli effetti della componente di attrito ha la superficie bagnata cui questa resistenza è direttamente proporzionale: può essere calcolata, con buona approssimazione, in via preliminare per mezzo di formule sperimentali. Esistono comunque programmi di calcolo che forniscono l'esatto valore di S avendo come dati di ingresso la geometria della carena rilevata dal “piano di costruzione”. Il calcolo della resistenza residua della nave, non calcolabile direttamente, viene effettuato tramite prove su modelli appositamente costruiti e provati alla vasca navale in cui viene misurata con appositi carri dinamometrici la resistenza totale del modello. Ad essa viene sottratta la Resistenza di attrito calcolata con la formula (1) ricavando la Resistenza residua del modello. Dalla resistenza residua del modello tramite appropriate ipotesi e formulazioni si calcola la Resistenza residua della nave (passaggio vasca- mare).Sommando la Resistenza di attrito della nave alla Resistenza residua calcolata si ottiene la Resistenza totale della carena liscia. Per ottenere la resistenza effettiva di rimorchio occorre aggiungere la resistenza dovuta alla rugosità di carena (che fa aumentare la resistenza di attrito), la resistenza dell'aria e la resistenza delle appendici (ottenibile da formule empiriche).
Determinazione della potenza installata
Ottenuta la resistenza totale della nave Rts si ricava la potenza effettiva di rimorchio Pe (Effective Horsepower) con la relazione:
Pe=RtsVs
dove Vs è la velocità di progetto della nave
Per il dimensionamento dell'apparato motore occorre passare dalla potenza di rimorchio alla potenza da installare a bordo; tenendo conto dei diversi rendimenti che caratterizzano i vari organi della propulsione:
ho= rendimento di elica isolata: l'elica, come organo motore, ha un rendimento che si aggira intorno allo 0.5 - 0.65 nelle condizioni ottimali di progetto;
hh= rendimento di carena: tiene conto del fatto che la carena avanzando trascina una certa massa di acqua, per cui l'elica rispetto all'acqua avanza ad una velocità diversa da quella della nave;
hr= rendimento rotativo: tiene conto del fatto che il flusso che investe l'elica non è regolare, ma disturbato dalla presenza della carena;
hs= rendimento della linea d'assi; tiene conto delle perdite di attrito sui cuscinetti e sul riduttore.
dove ηs = rendimento meccanico della linea d’assi.
La Ps non è la potenza che viene installata a bordo, ma viene solitamente maggiorata del 10-15% per avere un margine di potenza per potere mantenere la velocità corrispondente alla massima potenza continuativa con mare mosso e carena sporca; si ricava così la potenza al freno Pb (Brake Horsepower) ed il rendimento propulsivo totale hpt legati dalla relazione:
1. Analisi Climatiche e Studi sul Cambiamento
Climatico
2. Previsioni Meteorologiche
3. Gestione delle Risorse Agricole
4. Pianificazione e Gestione dell'Energia
5. Analisi di Rischio e Pianificazione delle
Infrastrutture
6. Assicurazioni e Finanza
7. Turismo e Pianificazione di Eventi
8. Ricerca Scientifica e Monitoraggio Ambientale
9. Mobilità e Sicurezza Stradale
Ogni settore
può trarre vantaggio dall’analisi dei dati meteo storici per fare previsioni,
ottimizzare processi e migliorare la gestione dei rischi.
SFORZI E SOLLECITAZIONI
Le strutture della nave sono soggette a sforzi che dipendono
dalle condizioni di carico della nave e dalle condizioni meteorologiche. Analizziamo
la nave ferma in acque calme. Suddividiamo gli sforzi a cui sono sottoposti gli
scafi in longitudinali (distribuzione del carico), trasversali (forze di
pressione) e locali (bitte, argani, ecc.), quindi parliamo di robustezza
longitudinale, trasversale e locale. Considerando la nave ferma galleggiante in
acque tranquille, essa lo fa in base al principio di Archimede, cioè
uguaglianza tra peso e spinta idrostatica, definendo così un certo valore di
immersione. In realtà, tale equilibrio non è detto che sussista a livello
locale. Se immaginiamo di suddividere la nave in tante sezioni, possiamo
immaginare che questo equilibrio venga raggiunto con galleggiamenti che non
sono tutti eguali. A causa della differente distribuzione dei pesi e delle
spinte, possiamo avere situazioni di eccesso di peso sulla spinta, con
conseguente immersione della sezione presa in esame, oppure l’opposto. In tal
caso si avrà un’emersione della sezione considerata. L’insieme degli effetti
sopracitati determina, costantemente, degli sforzi di vario genere sulla
nave(taglio-flessione) che possono comportare l’insellatura o l’inarcamento
della nave. Si possono costruire così dei veri e propri diagrammi degli sforzi,
combinazioni dei diagrammi dei pesi e dei diagrammi delle spinte, che
consentono di identificare i punti nei quali le sollecitazioni sono massime. E’
chiaro che in fase di progettazione a tali punti corrisponderanno anche delle
appropriate azioni di rinforzo delle strutture. In sede di pianificazione del
piano di carico, tali sforzi dovranno essere opportunamente minimizzati al fine
di salvaguardare la nave, il carico, il personale imbarcato e l’ambiente, ma
anche al fine di prolungare la vita della nave stessa. Per le stesse ragioni
andranno minimizzati gli sforzi che la nave subirà nel corso della traversata (nave
sulla cresta dell’onda o nel cavo). Le strutture risultano sollecitate specie
nei ponti e nel fondo da sforzi di compressione e trazione con conseguente
indebolimento dello scafo. In mare aperto andremo incontro alle sollecitazioni
prodotte dal moto ondoso. Le norme internazionali integrate nei regolamenti dei
Registri di classifica prevedono dei livelli minimi di robustezza della nave
che viene considerata come una trave in due condizione: sulla cresta dell’onda
e nel cavo. Nei due casi il modulo di robustezza, calcolato per la
sezione maestra, deve essere superiore a valori minimi calcolati nave per nave
sulla base delle specifiche caratteristiche. Tale modulo si può definire come
l’indice di robustezza conferito alla sezione maestra da tutte le strutture (chiglia,
paramezzali, correnti ecc.) che il progettista mette in campo per garantire
alla nave la capacità di resistere all’assalto delle onde. La sezione maestra è
considerata come quella più sollecitata. In effetti quando la nave sta sulla
cresta dell’onda e tende ad inarcarsi, le fibre del ponte di coperta sono
sollecitate ad allungarsi. Analogamente quando si trova nel cavo tende ad
insellarsi e le fibre della chiglia sono sollecitate ad allungarsi. I due fenomeni tendono ad amplificarsi
via via che ci si allontana dalle estremità della nave; ed ecco perché la
sezione maestra sta verso il centro della nave e perché è la più robusta. Andando
dal centro verso le estremità, peraltro insorgono e si amplificano altri
fenomeni e subentrano altre sollecitazioni particolarmente pericolose verso
prora, ma importanti anche verso poppa.
È
ENTRATO IN VIGORE IL NUOVO REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DEL CODICE DELLA NAUTICA.CONFINDUSTRIA NAUTICA HA PRESENTATO LE NOVITA’ IN MATERIA DI
DOTAZIONI OBBLIGATORIE DI BORDO FORMENTI, VICE PRESIDENTE
CONFINDUSTRIA NAUTICA: “UN INTERVENTO TECNICAMENTE MOLTO EQUILIBRATO, TRA
IMPLEMENTAZIONE DEI DISPOSITIVI, SEMPLIFICAZIONE DEGLI ADEMPIMENTI E
INNOVAZIONE TECNOLOGICA”.
È
entrato in vigore il 21 ottobre 2024, il nuovo Regolamento di attuazione del Codice della nautica da diporto (DECRETO
17 settembre 2024, n. 133, Regolamento di modifica al decreto 29 luglio 2008,
n.146), frutto dell’intensa attività di rappresentanza della filiera della
nautica da diporto costantemente esercitata da Confindustria
Nautica nell’interesse del settore e dell’utenza.
Tra i
101 articoli del provvedimento molte sono le novità che riguardano
cantieristica, refitting, porti, professioni, superyacht e piccola nautica,
intervenendo su tutte le materie che regolano il comparto in termini di
semplificazioni burocratiche, sostegno allo sviluppo del settore e sviluppo
della nautica sociale.“Sulla piccola
nautica c’è un pacchetto di interventi che, complessivamente, vuole sostenere
il segmento che più ha sofferto il rincaro del costo del denaro e l’instabilità
internazionale” – ha
dichiarato Piero Formenti, Vice Presidente di Confindustria Nautica. “Esattamente come sul tema del nuovo
patentino D1, anche sulla
sicurezza della navigazione il Regolamento offre un intervento tecnicamente
molto equilibrato, tra implementazione dei dispositivi, semplificazione degli
adempimenti e innovazione tecnologica”.“È stata adottata una rivisitazione
generale che prevede un upgrade delle dotazioni di sicurezza e alcune
equivalenze che, senza abbassare gli standard, consentono maggiore scelta al
diportista e anche una riduzione dei costi per l’utenza, in particolare per le
zattere di salvataggio – ha proseguito Marina Stella, Direttore Generale di Confindustria
Nautica. “Vorrei sottolineare che, avendo
raccolto le preoccupazioni delle due ditte multinazionali costruttrici di
zattere che si dividono il mercato italiano, le nuove regole rimandano sempre a
loro per la sostituzione e l’integrazione dei dispositivi, quindi non c’è una
sottrazione di mercato per i produttori, che però oggi sono chiamati a
immettere sul mercato nuovi prodotti a costi paragonabili all’estero”.
La
tipologia di dotazioni obbligatorie non subisce variazioni, ma viene integrata
con la tabella dei segnali visivi diurni e notturni
(Colreg), lo scandaglio e, per le unità a
vela, l’imbragatura di sicurezza da ponte con nastro di
sicurezza che può essere integrata con il giubbotto di salvataggio oppure con
altro dispositivo di protezione individuale certificato (le nuove dotazioni divengono obbligatorie dal 21 ottobre 2025).
Novità per i giubbotti di salvataggio, che vanno
identificati con il numero di iscrizione dell’unità, dotati di luce ad
attivazione automatica e obbligatoriamente indossati in caso di navigazione
notturna in solitario. La loro durata di validità è stabilita dal produttore e
stampigliata sugli stessi.
Grazie
all’attività di Confindustria Nautica, sono state introdotte alcune equivalenze
e semplificazioni: la bussola magnetica può essere sostituita con una bussola elettronica, l’E.P.I.R.B. può
essere sostituito dal telefono satellitare con
tasto di emergenza, i fuochi a mano possono essere sostituiti con dispositivi a led conformi alla normativa SOLAS
MED e i pack dei razzi vengono ridotti da cinque a tre tipologie in tutto.
In caso di unità in uso non commerciale
e di navigazione limitata è possibile applicare la normativa relativa
alle zattere di grado inferiore, in particolare:
·
Le unità che navigano oltre dodici miglia ma entro la Zona SAR, se
munite di EPIRB o telefono satellitare, possono avere la zattera costiera.
·
Entro le 12 miglia, la zattera costiera può essere sostituita da un
battello pneumatico >2,5 m, omologato CE, pronto all’uso e posto sul ponte,
munito del kit di sopravvivenza della zattera costiera, omologato per le
persone presenti a bordo.
·
Entro le 12 miglia, le unità pneumatiche di cat. A, B, o C, con estintore
aggiuntivo, possono non avere la zattera.
Sono indicate ulteriori dotazioni raccomandate per
natanti e imbarcazioni da diporto, che prevedono, tra l’altro, che le unità a
vela siano dotate di imbragatura di sicurezza da ponte con nastro di sicurezza
(oltre 12 miglia).
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DEL CODICE DELLA NAUTICA: PRESENTATI MODALITÀ
E VANTAGGI DEL “PATENTINO” D1
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE
CODICE NAUTICA:
Confindustria Nautica presenta modalità e vantaggi
dell’introduzione del “patentino” di categoria D1: 16 anni di età, navigazione
diurna entro sei miglia dalla costa con natanti fino a 10m o, dai 18 anni, con
imbarcazioni fino a 12m e massimo 115 CV, le principali novità. Un forte
incentivo a supporto del mercato della piccola nautica. Una concreta
opportunità per avvicinare i giovani alla nautica e alla cultura del mare.
L’intensa attività di
rappresentanza della filiera della nautica da diporto, costantemente esercitata
da Confindustria Nautica nell’interesse
del settore e anche dell’utenza, ha portato al nuovo Regolamento di attuazione del
Codice della nautica da diporto (DECRETO 17 settembre
2024, n. 133, Regolamento di modifica al decreto 29 luglio 2008, n.146), che
segue il decreto patenti (decreto 10 agosto 2021) con che aveva introdotto le
nuove modalità di esame a quiz.Il provvedimento è stato presentato dal 64° Salone
Nautico Internazionale di Genova dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro
delle Infrastrutture e Trasporti e dalle massime cariche del Governo presenti
al Salone Nautico, da sempre luogo di confronto istituzionale tra comparto e
Governo. Molti gli interventi contenuti nei 101 articoli, tra cui
l’introduzione dell’atteso “patentino” che consente l’avvicinamento al mare e
alla nautica anche per i sedicenni.La patente di categoria D1 per l’appunto può
essere conseguita dai 16 anni, consente la navigazione esclusivamente diurna
entro sei miglia di distanza dalla costa con “natanti” (unità fino a 10 metri)
o, dai 18
anni, con imbarcazioni di lunghezza fino a 12 metri, oppure con moto d’acqua
entro un miglio di distanza dalla costa, se dette unità sono equipaggiate con
motori di potenza non superiore a 85 Kw pari a 115,6 CV.“Ci sono voluti oltre
quattro anni di intenso lavoro, scanditi dal cambio di tre governi, per portare
ad approvazione il nuovo Regolamento” – sottolinea il Direttore
generale di Confindustria Nautica, Marina Stella – “a riprova del ruolo e
del valore della struttura dell’Associazione nazionale di categoria, capace in
ogni circostanza di valorizzare gli interessi del settore e promuovere adeguate
politiche di sviluppo a vantaggio di tutta la filiera. Già dalla prossima
stagione registreremo dei benefici. Intanto dallo scorso febbraio siamo al
lavoro affinché nel prossimo DDL Blue economy sia presente un ulteriore
pacchetto di semplificazioni amministrative, misure per la competitività della
bandiera italiana e norme di tutela ambientale”.“Guardiamo alle nuove generazioni e la nuova patente offre diverse opportunità, anticipa di due anni
lo sviluppo di competenze dei giovani nella conduzione di imbarcazioni, aprendo
loro nuove opportunità sia a livello ricreativo sia professionale e promuove la conoscenza, la cultura della sicurezza
e il rispetto dell’ambiente marino attraverso un corso di formazione
obbligatorio che si fonda su questi tre capisaldi. Nello stesso tempo
rappresenta un sostegno alla
crescita del settore nautico, stimolando la domanda
di acquisto e di noleggio di imbarcazioni e dei servizi correlati”,
conclude Stella.“La patente D1 si inserisce in una più ampia azione a tutela, in questo
caso, della Piccola nautica” – conferma Roberto Neglia,
Responsabile rapporti istituzionali di Confindustria Nautica – “che trova sponda nella DCI (Dichiarazione di costruzione e
importazione) per i natanti, una forma di tutela giuridica della proprietà
senza dover ricorrere ai costi e ai gravami dell’immatricolazione che consente
anche di navigare in acque estere, e nell’obbligo per i porti pubblici di
destinare spazi per l’ormeggio di unità fino a 6 metri“.L’introduzione
dell’abilitazione D1 sostiene inoltre la conoscenza, cultura e rispetto
dell’ambiente marino: richiede, infatti, una formazione mirata che prepara i
giovani alla navigazione in sicurezza, insegnando le principali regole e
tecniche di conduzione di imbarcazioni a motore e a vela, aumentando così il
loro senso di responsabilità, la consapevolezza e il rispetto delle regole di
comportamento in mare.La nuova patente di categoria D1 si ottiene frequentando
un corso formativo, integrato da esercitazioni pratiche di navigazione e
manovre a motore, e con il superamento di una prova a quiz di idoneità finale,
tenuti dalle Scuole nautiche e dai Centri di istruzione. A breve sarà emanato
il decreto ministeriale con le procedure. Il regime di esenzione dalla
patente nautica non cambia. Il nuovo Regolamento di attuazione
del Codice della nautica non modifica il regime di esenzione dalla patente
nautica per l’utilizzo di motori con potenza non superiore a 30 kW o 40,8 CV.
Di conseguenza per la conduzione senza patente nautica delle unità da diporto
non superiori a 24 metri, che navigano entro sei miglia dalla costa, con motore
di potenza e cilindrata non superiore a 30 kW o 40,8 CV, è richiesto il solo
possesso dei seguenti requisiti:
a) per le imbarcazioni, aver compiuto diciotto anni di
età
b) per i natanti (fino a 10 metri di lunghezza) aver compiuto
sedici anni di età
c) per i natanti a vela con superficie velica superiore a quattro
metri quadrati nonché per le unità a remi che navigano oltre un miglio dalla
costa, aver compiuto quattordici anni di età.
Fonte web Confindustria Nautica