martedì 26 novembre 2024

SFORZI E SOLLECITAZIONI

 

SFORZI E SOLLECITAZIONI

Le strutture della nave sono soggette a sforzi che dipendono dalle condizioni di carico della nave e dalle condizioni meteorologiche. Analizziamo la nave ferma in acque calme. Suddividiamo gli sforzi a cui sono sottoposti gli scafi in longitudinali (distribuzione del carico), trasversali (forze di pressione) e locali (bitte, argani, ecc.), quindi parliamo di robustezza longitudinale, trasversale e locale. Considerando la nave ferma galleggiante in acque tranquille, essa lo fa in base al principio di Archimede, cioè uguaglianza tra peso e spinta idrostatica, definendo così un certo valore di immersione. In realtà, tale equilibrio non è detto che sussista a livello locale. Se immaginiamo di suddividere la nave in tante sezioni, possiamo immaginare che questo equilibrio venga raggiunto con galleggiamenti che non sono tutti eguali. A causa della differente distribuzione dei pesi e delle spinte, possiamo avere situazioni di eccesso di peso sulla spinta, con conseguente immersione della sezione presa in esame, oppure l’opposto. In tal caso si avrà un’emersione della sezione considerata. L’insieme degli effetti sopracitati determina, costantemente, degli sforzi di vario genere sulla nave(taglio-flessione) che possono comportare l’insellatura o l’inarcamento della nave. Si possono costruire così dei veri e propri diagrammi degli sforzi, combinazioni dei diagrammi dei pesi e dei diagrammi delle spinte, che consentono di identificare i punti nei quali le sollecitazioni sono massime. E’ chiaro che in fase di progettazione a tali punti corrisponderanno anche delle appropriate azioni di rinforzo delle strutture. In sede di pianificazione del piano di carico, tali sforzi dovranno essere opportunamente minimizzati al fine di salvaguardare la nave, il carico, il personale imbarcato e l’ambiente, ma anche al fine di prolungare la vita della nave stessa. Per le stesse ragioni andranno minimizzati gli sforzi che la nave subirà nel corso della traversata (nave sulla cresta dell’onda o nel cavo). Le strutture risultano sollecitate specie nei ponti e nel fondo da sforzi di compressione e trazione con conseguente indebolimento dello scafo. In mare aperto andremo incontro alle sollecitazioni prodotte dal moto ondoso. Le norme internazionali integrate nei regolamenti dei Registri di classifica prevedono dei livelli minimi di robustezza della nave che viene considerata come una trave in due condizione: sulla cresta dell’onda e nel cavo. Nei due casi il modulo di robustezza, calcolato per la sezione maestra, deve essere superiore a valori minimi calcolati nave per nave sulla base delle specifiche caratteristiche. Tale modulo si può definire come l’indice di robustezza conferito alla sezione maestra da tutte le strutture (chiglia, paramezzali, correnti ecc.) che il progettista mette in campo per garantire alla nave la capacità di resistere all’assalto delle onde. La sezione maestra è considerata come quella più sollecitata. In effetti quando la nave sta sulla cresta dell’onda e tende ad inarcarsi, le fibre del ponte di coperta sono sollecitate ad allungarsi. Analogamente quando si trova nel cavo tende ad insellarsi e le fibre della chiglia sono sollecitate ad allungarsi. I due fenomeni tendono ad amplificarsi via via che ci si allontana dalle estremità della nave; ed ecco perché la sezione maestra sta verso il centro della nave e perché è la più robusta. Andando dal centro verso le estremità, peraltro insorgono e si amplificano altri fenomeni e subentrano altre sollecitazioni particolarmente pericolose verso prora, ma importanti anche verso poppa.









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