MEDICI E MALATI
SUI GRANDI VELIERI (Seconda parte)
Anche la nutrizione degli
equipaggi segui’ il naturale progresso riguardante le condizioni igienico-sanitarie
di bordo e fu introdotto l’uso del controllo delle razioni imbarcate nonchè del rancio quotidiano.Con l’avvento del vapore la cucina di bordo subi’ inoltre
un notevole progresso tecnico;venne infatti adottata al proposito una grande
cassa di ferro a struttura cellulare,uniformemente riscaldata da un forno a
carbone centralizzato e furono imbarcati i primi efficienti apparati di
distillazione dell’acqua marina.Anche la tecnica di conservazione dei cibi a
bordo subi’ una grande evoluzione nei primi decenni del vapore ed accanto ai
tradizionali sistemi di essiccamento,salatura e affumicatura degli
alimenti,affiancati in taluni casi dalla conservazione sotto sabbia,fu
introdotta la mezza cottura,soprattutto per le uova,e vennero impiegati nuovi recipienti di latta chiusi
ermeticamente dopo averne estratto l’aria.Ma l’invenzione che in tale campo si
rivelo’ determinante fu il frigorifero ad ammoniaca,nato nel 1859 ad opera di
Carre’ e installato poi,con gli opportuni adattamenti,a bordo delle navi alla
fine del secolo.L’avvento del vapore segno’ l’insorgere di nuove malattie a
bordo delle navi in ferro.Per loro stessa costituzione infatti le corazzate
della seconda meta’ del XIX secolo non potevano prevedere numerose apertura per
la ventilazione dei locali sottocoperta senza mettere a repentaglio la propria
sicurezza che sull’impenetrabilita’ della struttura faceva affidamento. Da ciò le accresciute difficolta’ di ricambi d’aria e l’insorgere di un nuovo
morbo,inizialmente chiamato appunto “febbre delle corazzate”dal medico navale
americano Holden che l’aveva constatato per primo sui monitor della guerra di
Secessione.Tale malattia insorgeva con i sintomi del tifo e progrediva verso il quarto giorno con violente
cefalgie,seguite da casi di afonia completa e di asfissia con esito
letale.Pertanto verso la fine del XIX secolo alle caratteristiche trombe d’aria
che si innalzavano sui ponti delle unita’ si affiancarono sempre piu’ numerosi e
potenti ventilatori a vapore ed elettrici,che oltre a realizzare un’areazione
forzata abbassavano la forte temperatura generata a bordo dalle numerose fonti
di calore e contribuivano a ridurre la percentuale dei casi di anemia tra i
fuochisti.A tale proposito nel 1857 si ha notizia di alcuni lavori di
miglioramento sulla ventilazione della corazzata LEPANTO per merito dell’allora
macchinista principale Signor Cibelli,che modificando la disposizione di
qualche conduttura e l’efficacia dei
ventilatori riusci’ a ridurre la temperatura nei locali macchine da 40 a 30 gradi centigradi .Oltre
alle malattie dovute ai problemi di ricambio d’aria e all'eccessiva temperatura
a bordo,si riscontrarono sulle navi militari di fine secolo XIX altre
morbosita’,diffuse del resto in quell'epoca a livello mondiale: malaria,nevrosi
e tubercolosi polmonare.Erano infine presenti a bordo in modo massiccio le
malattie del sistema digerente,dovute prevalentemente ai perduranti errori dietetici e alla discutibile qualita’
del rancio,nonchè le malattie veneree determinate dalla sempre troppo scarsa
igiene personale e dalla frequenza in massa di postriboli di infimo grado da
parte dei marinai.Alla fine del secolo XIX anche il soccorso ai feriti in
combattimento fu al centro di numerosi dibattiti medici.Ci si chiedeva in
conclusione se fosse preferibile che il chirurgo si portasse presso i feriti
durante il combattimento,oppure se fosse conveniente trasportare i feriti da
lui.Fu confermata alla fine quest’ultima consuetudine,soprattutto allo scopo di
ridurre i tempi morti nell’attivita’ del chirurgo,che poteva cosi’ operare in
continuazione nell’apposita infermeria.
Continua……………………………………………
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