TEORIA DEL
TIMONE (Parte Seconda)
Dicesi resistenza del timone
quella che esso incontra nell'acqua quando e’ alla banda e la nave si
muove;tale resistenza non e’ altro che la reazione dell’acqua sulla pala al
muoversi di questa attraverso il liquido ed e’ rappresentata dal valore della
pressione dei filetti fluidi che urtano la pala del timone .Dicesi centro di
pressione il punto di applicazione di detta resistenza tale punto non coincide
col baricentro della pala cioè della
sua parte immersa. La posizione del centro di pressione varia col variare
dell’angolo d’inclinazione del timone,ma si trova sempre a proravia del
baricentro della pala se la nave avanza,a poppavia se la nave retrocede. Il
valore medio che da’ la distanza del centro di pressione dall'asse di rotazione
del timone e’ di 1/3 della larghezza della pala.
EFFETTI EVOLUTIVI
Supponiamo che una nave
muovendosi con moto progressivo,rettilineo ed uniforme,metta il timone alla
banda di un certo angolo ALFA e,per semplicità ,ammettiamo che il
baricentro G della nave e il centro di pressione C del
timone siano sullo stesso piano orizzontale e l’asse di rotazione del timone
sia verticale. (figura 4) Pt rappresenta
la pressione totale dei filetti liquidi sulla pala del timone cioe’ la
resistenza incontrata da questo; resistenza che per chiarezza ,supponiamo
parallela al piano longitudinale. Scomponiamo la Pt in due componenti,la Pn normale e la Pp parallela al piano del
timone; di quest’ultima non ci occuperemo poichè e’ trascurabile il valore
della resistenza tangenziale di attrito
da essa prodotta. Supponiamo applicate nel baricentro G della nave,le due
forze F1 e F2 uguali,contrarie e
parallele alla Pn (con cio’ il sistema di forze non si altera) e vediamo quali
effetti principali la Pn
produce sulla nave:
1) una rotazione intorno ad un
asse verticale che per semplicita’supponiamo passi per il baricentro della nave
(in reltà la nave ruota intorno ad un asse verticale passante per un punto piu’
a proravia del baricentro della nave e che viene detto PUNTO GIRATORIO) dovuta
alla coppia evolutiva rappresentata da Pn e F2,avente per momento Pn x GH;poi
scomponendo la F 1
in due forze ,una longitudinale Pr e una trasversale Pd,si hanno ancora i
seguenti effetti:
2)un ritardo del moto per la forza Pr
3)una deriva per la forza Pd.
La diminuzione di velocità dopo
un ampia accostata,può ridursi di oltre la meta’ del valore iniziale.Se la
nave invece ha moto retrogrado,gli effetti sono opposti come senso ma non
uguali di intensità ,per quanto riguarda l’effetto più importante,quello
evolutivo,possiamo dire che la prua della nave accosterà dal lato opposto cui
e’ inclinato il timone,ma con sensibile minore efficacia.
Precedentemente abbiamo supposto la Pn agente in un piano
orizzontale passante per il baricentro G della nave (fig.5), poichè il
centro di pressione del timone C si
trova più in basso.Per tale fatto si generano due coppie che modificano o
tendono a modificare l’assetto longitudinale e trasversale della nave e piu’
precisamente : una coppia appruante ed una coppia sbandante,tutte e due con lo
stesso braccio rappresentato dalla distanza verticale GH. La prima tende a
far immergere maggiormente la prua
mentre la seconda inclina la nave dallo stesso lato del timone alla banda.Tale
sbandamento e detto inclinazione di saluto e si manifesta appena si mette il
timone alla banda, perchè poi ben presto questo sbandamento viene neutralizzato
e superato da quello prodotto dall'azione della forza centrifuga ,la quale si
crea a mano a mano che si sviluppa il moto rotatorio della nave.Questa ultima
ha tendenza a far sbandare la nave dal lato esterno alla traiettoria del moto(comunque
contrastato dalla coppia di stabilita’), poichè le parti emerse della nave non
trovano un appoggio adeguato come lo trova il fianco della carena nell'acqua,il
quale incontra una resistenza laterale.
Riepilogando gli effetti del
timone alla banda produce sulla nave
animata da moto progressivo sono:
-Accostata della prua e quindi
della nave verso lo stesso lato del timone alla banda.
-Perdita di velocità
-Deriva verso la parte esterna
della traiettoria.
-Appruamento(debole-trascurabile)
-Inclinazione di saluto(dal lato
interno alla curva)all'inizio dell’evoluzione.
-Sbandamento(dal lato esterno
alla traiettoria)durante l’evoluzione.
PRESSIONE DELL’ACQUA
SUL TIMONE
Quanto piu’ grande e’ il
movimento evolutivo Pn x GH tanto più la nave sente l’effetto evolutivo del timone.La pressione Pn e’ funzione
dell’angolo d’inclinazione del timone,della velocita’ dei filetti liquidi,cioe’
praticamente della stessa velocita’ della nave,della superficie della pala e
della forma di essa, nonchè delle forme soprattutto poppiere dello scafo.Una
delle tante formule pratiche usate per calcolare il valore della pressione
dell’acqua sulla pala del timone e’ quella usata dall'Ammiragliato
Inglese,valevole per un angolo d’inclinazione del timone di 40° :
S x V2
Pn = ------------
0,21944
dove S e’ la
superfice della pala in mq.-V la velocita’ dela nave in nodi;Pn la pressione
normale alla superfice del timone in chilogrammi.
Una delle formule molto usate valevole per tutti gli angoli
di barra e’ quella di Joessel :
5,293 x sen Alfa
Pn = -------------------------- S x V2
0,2 +0,3 sen Alfa
In cui Pn e’ la pressione sul
timone in Kg,Alfa l’angolo di barra,S la superficie della pala in mq.,V la
velocita’ in nodi della nave.Occorre dire che tali formule sono del tutto
empiriche e sono state ricavate da esperimenti fatti con lastre piane e
rettangolari inclinate di un dato angolo e fatte avanzare ad una velocita’
costante,perciò nella summenzionata formula si fa l’ipotesi che i filetti
fluidi abbiano velocita’ uguale a quella della nave e parallela al piano
longitudinale,che il timone ossia la sua area sia interamente immersa e che sia
portato istantaneamente all'inclinazione.
ANGOLO DI MASSIMO
EFFETTO DEL TIMONE (fig.6)
L’espressione del momento evolutivo e’: Me = Pn x GH ma
trascurando OC,piccolo rispetto a GC, si ha : Me Pn x GK e poiche’ GK = GO cos
Alfa e Pn = Pt senAlfa si ha ancora :
Me Pt sen
Alfa x GO cos Alfa = Pt x GO senAlfa cos Alfa
Ma sen Alfa cos Alfa
= ½ sen 2 Alfa e quindi si ha :
Me = ½ Pt x
GO sen 2 Alfa.
Questa espressione,essendo costanti ½, Pt e GO,diventa
massima quando sen2Alfa diventa massimo,e questo si ha ovviamente quando il
valore dell’angolo Alfa e’ 45°.
Tale sarebbe l’angolo di massimo
effetto del timone.Diciamo sarebbe perchè tutto ciò è teorico,infatti
abbiamo supposto che la Pt
cioè la risultante dei filetti fluidi,sia parallela all'asse longitudinale
della nave,il che non si verifica mai, perchè sappiamo che la poppa fa
convergere i filetti liquidi sul timone con un certo angolo diverso da quello
supposto e cosi’ pure la velocità dei filetti fluidi viene modificata e quindi
viene ad essere diversa da quella supposta della nave.
Perciò l’angolo di 45°,quale
angolo per avere il massimo effetto evolutivo del timone,e’ puramente teorico e
la pratica, confermata dall'esperienza, riduce detto angolo a circa 35° in
genere,arrivando ad un massimo di 40°
per navi con timoni compensati.
Uno studio a parte va effettuato per i timoni BECKER che
saranno oggetto di un prossimo approfondimento.
EFFETTI DEL TIMONE
QUANDO LA NAVE E
SBANDATA (fig.7)
La pressione normale Pn dei
filetti d’acqua sulla pala del timone e’ una forza orizzontale,tutta utilizzata
dal timone quando l’asse di questo e’ verticale;ma allorche’ la nave e’
sbandata,la forza Pn normale alla faccia del timone,ottenuta come componente di
Po(e non come componente di Pt come prima),non risulta piu’ orizzontale,essendo
la pala del timone non piu’ verticale cioe’ non piu’ normale all’acqua. Questa
forza Pn non agendo in un piano orizzontale ,occorre scomporla in una
componente orizzontale P’n che e’ quella utilizzata dal timone ai fini della
rotazione della nave,ma con cio’ ne nasce pure una componente verticale Pv che
non serve ai fini evolutivi.Ne consegue pertanto che la coppia evolutiva e’
tanto minore quanto maggiore e’ lo
sbandamento.La componente verticale Pv,nel moto diretto della nave,tende a
sollevare la poppa e quindi tende a provocare una maggiore immersione della
prua se il timone e’ messo dal lato sbandato;se dal lato opposto tende a
sollevare la prua.
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