IL BULBO DI PRUA
(PARTE 1^ )
Il bulbo è una vera e propria
protuberanza della carena al di sotto della linea di galleggiamento(di
progetto).Il suo scopo è quello di modificare il flusso dell’acqua lungo la
carena,riducendo la resistenza fluidodinamica(nella sua componente d’onda) e di
conseguenza incrementando la velocità,a parità di potenza installata,oppure, a
parità di velocità riducendo i consumi e quindi aumentando l’autonomia.
Qualunque nave viene progettata
per poter mantenere in determinate condizioni di carico di progetto una certa
velocità .Per fare questo occorre applicare una potenza che sia sufficiente a
vincere la resistenza che la carena incontra nell’avanzare in acqua. Una nave
che naviga in superficie si trova in una condizione molto particolare. Al
contrario infatti di un aereo e di un sottomarino,si trova a navigare sulla
superficie di separazione di due mezzi,l’aria e l’acqua. A causa di questo,la
resistenza all’avanzamento,meglio nota come resistenza al moto,non è solo
dovuta all’attrito fra la carena medesima e l’acqua in cui si muove,ma esiste
una componente della resistenza dovuta alla formazione ondosa dovuta proprio
all’avanzamento sulla superficie di separazione dei due mezzi,aria e
acqua,detta appunto resistenza d’onda. Per inciso vi sono anche altre
componenti(resistenza all’avanzamento dovuta alla presenza di appendici come
pinne stabilizzatrici,alette di rollio etc.) ma queste non hanno,se non in casi
particolari,un valore veramente sensibile. In pratica la resistenza d’onda è
dovuta alla formazione di una sovrapressione nella zona di prora,dove questa
divide la massa liquida(a prora si ha una cresta d’onda),ed una depressione
verso poppa,dove la massa liquida si richiude(e dove,di conseguenza,si ha un
cavo d’onda).In una carena molto lenta (ad esempio la carena di una petroliera
o portarinfuse con forme tozze e velocità di avanzamento comprese fra i 12 e i 15 nodi,sempre a pieno carico)
la componente d’onda è poca cosa (in relativo ovviamente)rispetto alla
componente di attrito. Per carene veloci (portacontainers,traghetti) la
componente d’onda può diventare addirittura maggiore di quella d’attrito. In
architettura navale si discriminano le navi veloci da quelle lente attraverso
il numero di FROUDE che mette in relazione la velocità della nave con la sua
lunghezza(con velocità al numeratore e lunghezza la denominatore).Quindi
maggiore e’ la velocità maggiore e’ il numero di Froude,ma anche piu’ la nave
e’ lunga piu’ il Froude si abbassa e
viceversa .In generale Froude alto significa nave veloce(in relazione alla
lunghezza della carena) o comunque componente di restenza d’onda elevata e
viceversa, Froude basso significa nave lenta o comunque con ridotta componente
di resistenza d’onda. Come detto la resistenza d’onda e’ dovuta alla formazione
di una sovrapressione nella zona prodiera ed una depressione nella zona
poppiera. In natura ogni cosa va da un punto a potenziale (energetico) piu’
alto ad uno a potenziale piu’ basso. Nel caso specifico lo scafo tenderebbe ad
andare dal punto ove vi e’ un potenziale piu’ alto(la cresta dell’onda di
prora) a quello a potenziale piu’ basso(il cavo dell’onda di poppa).Nel
complesso questo si traduce in un rallentamento della carena. Le onde che si
formano sono di due tipi: divergenti e trasversali. Le onde oblique non sono
altro che una serie di creste che partono dalla prora e si allargano a mano a
mano che ci si muove verso poppa,hanno una certa inclinazione rispetto alla
direzione di avanzamento della nave e non hanno una grande influenza sulla resistenza
al moto .Le onde trasversali invece,sono la principale causa della resistenza
d’onda ed altro non sono che un vero e proprio treno d’onde ,con creste(e cavi)
che si muovono lungo la carena della nave e che si propagano trasversalmente. Il
bulbo ha la funzione di perturbare il treno d’onde ed in particolare di crearne
uno nuovo,sfasato rispetto al precedente,che sia in grado di ridurre il cavo
che si forma,sarebbe una sorta di somma algebrica: se ai treni d’onda
sfasati,si sommerebbero un cavo (notevole) con una cresta (di minor altezza) e
l’effetto finale sarebbe un cavo meno pronunciato e quindi una depressione meno
forte; in ultima analisi si riduce la componente della resistenza d’onda. Un
altro effetto positivo e’ la modifica del regime delle pressioni lungo la
carena:l’effetto di appiattimento delle creste e dei cavi si risente sui treni
d’onda trasversali generati dalla carena stessa. Da tener presente che quanto
detto ha solo valore nel campo delle velocità e delle immersioni prossime a quelle
di progetto. Al di fuori di questi
l’effetto del bulbo e’ minore o potrebbe essere addirittura negativo. Il
bulbo viene progettato sulla base dei seguenti dati:
-Velocità (crociera)
-Immersione di progetto.
-Caratteristiche della
carena(andamento delle linee d’acqua al galleggiamento,forme della carena nella
zona prodiera e centrale).
Nella decisione di dotare o meno
la prua di bulbo,oltre alle considerazioni sulla resistenza al moto nelle
diverse condizioni di carico,non possono non intervenire considerazioni
riguardanti :
-il possibile miglioramento del
comportamento della nave in mare con moto ondoso sia in relazione ai moti che
all’incremento di resistenza all’avanzamento,
-l’incremento dei costi e dei
tempi di costruzione,
-il peggioramento della
navigazione in presenza di ghiaccio,
-difficoltà che possono insorgere
nella manovra delle ancore.
Quindi con riferimento alla sola
resistenza al moto alla condizione di carico studiata,un bulbo prodiero ben
progettato e realizzato comporta :
-una riduzione della resistenza
per formazione ondosa dovuta all’interferenza tra i treni d’onda prodotti dalla
sola prua e dal bulbo,
-una riduzione della resistenza
per frangimento delle onde dovuta alla minore altezza del treno d’onda prodotto
dalla prua con bulbo,
-una riduzione della resistenza
residua di natura viscosa dovuta soprattutto alla riduzione dei vortici,
-un aumento della resistenza
d’attrito connessa alla maggiore superficie bagnata.
Da un ampia indagine condotta e’
risultato che :
1-il bulbo di prua e’ adottato
dal 95% delle navi aventi valori di CB e di L/B compresi nei seguenti campi:
0.650 < CB <0.185 e 5.50 <L/B
<7.00.
2-non esiste una correlazione
affidabile tra l’idrodinamica del bulbo ed il numero di Froude (Fn)
3-l’adozione del bulbo e’
sconsigliata nel caso risulti CB B/Lpp ≥ 0.135.
in merito a quanto affermato al
punto 2,c’e’ da chiarire che il numero di Froude deve essere comunque tenuto
presente in relazione alla scelta delle dimensioni e della forma del bulbo. In
generale si e’ constatato che l’adozione
di un bulbo ben progettato riduce la
resistenza al rimorchio soprattutto per le navi ad elevato valore di CB; per
navi aventi CB con valore attorno a
0.6,ma con velocità relativa abbastanza elevata(0.24 <Fn <0.31),il bulbo
di prua può ridurre la resistenza al rimorchio fino ad un massimo del 10%. Per
navi aventi velocità tale da realizzare Fn<0.30 (cioè per la
stragrande maggioranza delle navi da carico)il bulbo e’ raccomandabile purchè la sua altezza Hx sia tale da
raggiungere l’immersione di progetto della nave ( Hx/T = 1).
Il bulbo di prua di norma e’
integrato alla prua,cioè le linee d’acqua e le longitudinali della carena si
adattano per integrare il bulbo senza generare discontinuità ; in rari
casi,invece,(ad esempio,navi con forma realizzata come insieme di superfici piane) il bulbo e’
innestato alla prua creando discontinuità con la forma di carena. L’innesto,invece,viene
sempre realizzato quando si decide di dotare di bulbo una nave progettata e
realizzata senza il bulbo di prua.
Per quanto riguarda la forma del
bulbo,in generale,esse e’ riconducibile ad una delle seguenti tre tipologie:
-Bulbo a goccia o a Δ -la forma
del bulbo che realizza la maggiore concentrazione del volume verso il basso e’
particolarmente idonea per quelle navi che hanno forme del corpo stellato di
prua ad U e possono trovarsi a navigare
in condizioni di carico molto diverse. L’effetto positivo di questo tipo di
bulbo sulla resistenza al moto decresce all’aumentare dell’immersione divenendo
molto piccolo o nullo all’immersione a pieno carico normale .Nella navigazione
con mare mosso e con immersioni piccole e’,di solito,presente il fenomeno dello
slemming.(fig.1)
-Bulbo ellittico o circolare-la
forma del bulbo che ha una distribuzione del volume piu’ omogenea(rispetto al
piano orizzontale a quota pari a metà altezza del bulbo) e’ particolarmente
idonea per quelle navi che devono frequentemente navigare in mari severi,sia
che le loro forme del corpo stellato di prua siano ad U che a V. E’ molto raro che una nave con bulbo
ellittico o circolare presenti il fenomeno dello slemming.(fig.2)
-Bulbo a trottola o a ▼( leggi:
nabla) – la forma del bulbo che realizza la maggiore concentrazione del volume
verso l’alto e’ particolarmente idonea per quelle navi che compiono
alternativamente viaggia pieno carico ed in zavorra( e’ il caso delle
cisterne,bulk carrier,ecc.).Nella condizione di pieno carico la presenza di
tale bulbo riduce notevolmente il moto di beccheggio. Il bulbo a nabla viene
adottato anche per navi veloci di piccole e medie dimensioni in quanto e’ più
facile da integrare con le forme della carena.(fig.3)
In figura 4 sono rappresentati le
sezioni del bulbo con il piano diametrale della nave e con il piano
trasversale passante per la
perpendicolare avanti. I principali parametri che servono a definire il bulbo
sono:
-L’altezza Hx del punto di massima sporgenza misurata
dalla linea di base della nave;tale grandezza viene adimensionalizzata rispetto
all’immersione T ;
-L’ascissa Xx del punto di massima sporgenza misurata
dalla perpendicolare avanti della nave;tale grandezza viene adimensionalizzata rispetto alla lunghezza tra le perpendicolari
Lpp.
-La larghezza massima Y della
sezione del bulbo con il piano trasversale passante per la perpendicolare
avanti ;tale grandezza viene adimensionalizzata rispetto alla larghezza massima
della nave B;
-L’altezza massima Z della
sezione del bulbo con il piano trasversale passante per la perpendicolare
avanti;tale grandezza viene adimensionalizzata rispetto all’area AM della
sezione immersa della nave a Lpp/2;
-L’area AL della sezione del
bulbo con il piano diametrale limitatamente alla parte a proravia della
perpendicolare avanti;tale grandezza viene adimensionalizzata rispetto all’area
AM della sezione immersa della nave a Lpp/2;
-Coefficiente di finezza CT della
sezione trasversale di area AT;dato dal rapporto tra l’area AT della sezione
del bulbo e l’area del rettangolo che la circoscrive CT = AT/YZ;
-Coefficiente di Taylor t -
che lega tra loro la lunghezza tra le perpendicolari Lpp,la differenza tra AM e
AT(gia’ definiti) e l’angolo gamma formato dalla tangente alla curva
standard(carena senza bulbo) delle aree delle sezioni immerse in corrispondenza
con la perpendicolare avanti e la retta orizzontale (ascissa del detto
diagramma)-dato dalla formula seguente ed usato solo nel caso di navi veloci:
t = 2Lpp tgγ / AM – AT
CONTINUA………………………………
Salve, avrei bisogno di un consiglio circa l' eventuale applicazione di un bulbo di prua su una barca a motore in acciaio dislocante di 10 metri. L obiettivo é di ridurre leggermente il beccheggio e aumentare leggermente la velocità. La barca ha un lunghezza al galleggiamento di 9,00metri, baglio di 3,20mt e pescaggio di 1,10mt. La domanda é se un bulbo possa migliorare gli aspetti suddetti e nel caso come progettarlo, Grazie mille
RispondiElimina