PIROSCAFO : " PRINCIPESSA GIOVANNA"
Il piroscafo Principessa Giovanna fu costruito nel 1923 per conto
del Lloyd Sabaudo. Nel
1932, confluendo il Lloyd Sabaudo nella
nuova Società Italia di
Navigazione, il piroscafo passò a quest'ultima Società. Nel novembre
1940 venne requisito dal Governo Italiano e fu adibito al trasporto di
materiale strategico. Nel 1943 fu convertito in nave ospedale. Fece tredici
viaggi curando e trasportando in patria dai vari campi migliaia di soldati
feriti. Gli attacchi
alle nostre unità ospedaliere furono numerosissimi, ricordiamo quello di cui fu
vittima la "Principessa Giovanna", che al largo della costa tunisina
aveva appena salvato 71 naufraghi del piroscafo "Campobasso" e del
cacciatorpediniere "Perseo", affondati dagli inglesi. I quali, però,
secondo la legge della solidarietà fra la gente del mare, avevano segnalato per
radio la zona precisa dove recuperare i superstiti. Mentre la nave ospedale era
intenta in questa operazione, veniva attaccata a 4 miglia dalla costa tunisina
da aerei inglesi. In poche righe di un radiomessaggio il dramma: "Nave
Ospedale Principessa Giovanna con 800 feriti a bordo uscita golfo Tunisi
prossimità isola Zembra attaccata da aerei nemici bombardata e mitragliata
ripetutamente. Danni e feriti a bordo. Proseguiamo navigazione propri
mezzi". Firmato dal comandante Cesare Gotelli. Maggio 1943. Ma non era
finita tre ore e venti minuti dopo, alle 18, altro attacco a bassa quota di
aerei inglesi che si accanivano contro la "nave bianca" carica di
feriti, con sventagliate di mitragliatrice e bombe che dopo aver sfondato
diversi ponti esplosero nel cuore della "principessa Giovanna"
provocando danni gravissimi e un esteso incendio. 51 morti, 52 feriti, spente
tutte le luci, distrutti molti locali, compresi il gabinetto batteriologico e
la farmacia. Malconcia e inclinata a sinistra, la nave riuscì tuttavia a
riprendere la navigazione e a raggiungere Trapani. Successivamente riuscì a
raggiungere Napoli con i propri mezzi. Rimesso in navigazione, e sottoposta a notevoli lavori di riparazione. poté raggiungere Trieste dove venne
messo in cantiere ai lavori. Rimesso in mare, dopo l'8 settembre 1943 si
consegnò alla Marina Britannica nel porto di Malta. Sequestrato nel 1944 dall'Inghilterra,
nel 1946 fu restituito alla Società
Italia di Navigazione. Rimesso in cantiere ai lavori, nel 1947 fu
riarmato dalla Società Italia e
varato con il nome di San Giorgio. Dopo
altri sei anni di navigazione, nel 1953 fu radiato ed avviato alla demolizione.
fonte web di pubblico dominio.