martedì 25 settembre 2018

MEDICINA DI BORDO-Materiale utilizzato per la Mostra del Mare 2017 a San Nicola Arcella


MEDICINA DI BORDO 

I marinai si devono guardare dai naufragi, ma anche dalle ferite e dalle malattie. Per guarire, le preghiere servono a volte di più della povera medicina di bordo. Ci sono certo delle cassette di farmaci, di attrezzi chirurgici, di attrezzi per la cura dei denti, in funzione dell’importanza dell’equipaggio e dotate delle fialette e degli strumenti prescritti dai regolamenti. Ma chi funge da dottore, chirurgo, farmacista? Per legge, questa responsabilità tocca al capitano. Solo i transatlantici e le navi da guerra imbarcano qualcuno del mestiere.

Cofanetto di quercia pieno di affascinanti flaconi stile Anni Trenta

Un lucido cofanetto di quercia pieno di  affascinanti flaconi stile Anni Trenta: il liquido che contenevano è ormai evaporato ma sono ancora coperti col solito cappuccio di carta pieghettata.
Questa confezione in mogano offre le sue fialette miracolose allo studente di medicina imbarcato su di un transatlantico.


Non è da affidare al primo che capita questa valigetta da chirurgo per vascelli da guerra dei primissimi anni del XIX secolo! Al primo livello stanno gli strumenti per gli interventi meno impegnativi (naso, occhi, orecchie); al secondo (in foto) l’artiglieria pesante: seghe, trapani, bisturi e cauteri per rimettere insieme quello che resta di un uomo dopo un combattimento navale bordo contro bordo-
valigetta da chirurgo per vascelli

Antico set da medico, composto da un contenitore in metallo dorato lavorato a sbalzo contenente un piccolo termometro da 35° a 41° gradi e una matita porta mina. Manifattura inglese della fine del XIX sec. Ottimo stato. Lunghezza cm 9,5. 
Descrizione
Si tratta di una scatola priva di coperchio, rivestita all’esterno di pelle rossa e foderata di velluto verde, al cui interno sono posizionati, in appositi alloggiamenti, undici strumenti chirurgici, utilizzati per vari tipi di cauterizzazione.
Funzione: I cauteri, resi incandescenti con il fuoco, venivano utilizzati fin dall’antichità per distruggere escrescenze, favorire la fuoriuscita di “materia peccans”, favorire la cicatrizzazione di ferite e a fini emostatici. Secondo Brambilla: “…il fuoco è un crudele tipo di cura ma spesso giova ricordare l’aforisma ‘ciò che il medicamento non sana lo sana il ferro, ciò che il ferro non sana lo sana il fuoco’. E’ meglio, penso, bruciare una piccola parte malata che perdere la vita”.
                                                          strumenti chirurgici, utilizzati per vari tipi di cauterizzazione.

Descrizione
Si tratta di una cassetta rivestita di pelle rossa con decorazioni in oro, priva di coperchio e foderata di velluto verde al cui interno sono posizionati degli strumenti chirurgici, utilizzati in chirurgia militare per l’estrazione di proiettili.
   Strumentario chirurgico per estrazione dei proiettili


FOTO SOTTO IL TESTO : Si tratta di un insieme di strumenti, a carattere medico chirurgico, tra i quali riconosciamo aghi per sutura, un sondino esplorativo, bisturi, forbici, sega…
1) Forbice per estrazione.
Strumento utilizzato principalmente per agganciare corpi estranei presenti nel corpo del paziente, quali punte di frecce, scheggie o frammenti vari.
2) Forbice o pinza anti-emorragica (?).
Strumento abbastanza singolare con diversi usi: da pinza per arrestare eventuali flussi emorragici, tramite occlusione di vene ed arterie per mezzo di una pressione, a forbice per l’estrazione di corpi estranei presenti nel paziente.
3) Uncino.
Strumento per il sostegno del bisturi nel corso delle resezioni di parti messe in tensione, o per esercitare una trazione dei frenuli e dei lembi che dovranno essere recisi. Inoltre può configurarsi un suo utilizzo nell’accerchiamento di una escrescenza o un polipo di piccole dimensioni.
Tra le altre funzioni, l’uso di tirare e avvolgere il filo da sutura.
4) Forcella a due denti.
La singolarità di questo strumento induce a sospettarne usi diversi: da distanziatore fisso fra due divaricatori, a funzione di leva, oppure di attorcigliamento del filo da sutura.
La stessa forcella, se usata assieme all’uncino, può svolgere funzione di divaricatore.
5) Sonda o Specillo ad ago lungo.
Il principio dello specillo è fondamentalmente esplorativo, ma se si incontra un ostacolo estraneo non si disdegna il suo uso per pungere le cisti liquide o svuotare gli ascessi, far drenare gli umori aprendo le fistole, pungere gli addomi con ascite, intervenire nella cataratta.
Lo strumento, che si presenta come un lungo ago, ha certamente una funzione del tipo esplorativo all’interno di condotti.
Si potrebbe pensare al suo inserimento nell’uretra maschile o femminile per rimuovere i calcoli.
Lo stesso strumento potrebbe essere utilizzato come cauterio, qualora la parte da cauterizzare – tramite bruciatura – dovesse trovarsi all’interno di profonde o strette cavità (naso, bocca).
6) Bisturi o Cauterio.
L’impiegodi questo strumento potrebbe essere stato quello di bisturi o cauterio.
Il bisturi trova un impiego specifico, secondo la sua grandezza, che va dalle semplici incisioni per il deflusso dei liquidi, alle escissioni tumorali, sino alle recisioni dei legamenti o dei peduncoli.
In questo caso il piccolo bisturi può anche aver avuto un’azione di incisione sulla superficie cutanea addominale e nei tessuti sottocutanei. Infatti, seppure piccolo ma ben affilato, un piccolo bisturi delle medesime caratteristiche, trova impiego nella moderna chirurgia.
Come cauterio poteva venire utilizzato per cauterizzare, tramite bruciatura, piccole escrescenze cutanee o per arrestare emorragie.
7) Bisturi in metallo.
Questo bisturi agiva molto prabilmente su superfici dure, infatti la grandezza della lama tagliente doveva sopportare una pressione al taglio abbastanza insistente. Esso può essere stato utilizzato, oltre che su tutti i tessuti cutanei e sulle escrescenze, anche sulle superfici ossee. Possiamo non escludere il suo uso nelle incisioni sulla superficie cranica.
8 e 9) Aghi.
Lo spessore di questi aghi, piuttosto notevole, ne suggerisce l’uso per la cucitura di superfici cutanee consistenti e di un certo spessore. Utilizzato nelle suture per l’accollamento di lembi cutanei di ferite incorse in battaglia, o post-amputazione.
10) Sega per amputazioni.
Copia di antichi strumenti chirurgici, XV secolo.


Farmacia di bordo antica
Farmacia di bordo inglese antica a base rettangolare, in legno di rovere, databile alla fine del XIX sec. E’ formata da un vano superiore con coperchio, diviso a scomparti e contenente diverse bottigliette in vetro di varie dimensioni e altre scatole, e da un cassetto inferiore, contenente: mortaio, pestello, misurini, imbuto, lava-occhi, tazza in ceramica per invalidi, siringa e altri oggetti. Misure cm 31x23x26.
Note:
Le antichità marine o marittime non sono di per sé difficili da reperire; quello che è difficile è trovare oggetti veramente importanti e preziosi, e in buone condizioni. Da anni Antik si occupa proprio di questo, di rintracciare oggetti significativi, e molto spesso rari, che possano arricchire una collezione in modo davvero significativo.
Curiosità:
Fino al tardo Medioevo la farmacia era una parte integrante della medicina e le sue basi come scienza autonoma risalgono al Rinascimento. Grande impulso a questa disciplina fu dato dalla scoperta dell’America nel 1492, grazie alla quale arrivarono in Europa molte nuove specie vegetali che poterono essere studiate per un impiego farmacologico. Nella seconda metà del Settecento nacque poi la farmacologia sperimentale, che si basava sul concetto secondo cui era
necessaria la sperimentazione sistematica, sia in vitro, sia sugli organismi viventi. Questo nuovo
approccio più immediato permise ai farmacisti di ampliare rapidamente le proprie conoscenze.
Farmacia di bordo inglese antica



Farmacia di bordo inglese antica


Antica e inusuale farmacia di bordo in legno di mogano a basa rettangolare formata da un vano superiore con coperchio diviso in scomparti contenente diverse bottiglie a base quadrata, da un anta frontale con scomparti ed altre bottiglie e cinque cassetti di varie misure contenti: bilancina, mortaio e pestello, misurini, siringhe, lava-occhi e contenitori vari. Manifattura inglese della metà del XIX secolo. Misure cm 40x32x15,5.
Note:
Gli strumenti nautici antichi sono articoli che possono essere raccolti e collezionati sia da chi è un esperto “lupo di mare” sia da chi semplicemente vuole acquistare un bell’oggetto, spesso anche raro e prezioso.
Curiosità:
In uso fin dal Rinascimento, le farmacie portatili nacquero dalla necessità del medico di avere con sé almeno il minimo indispensabile per un soccorso d’urgenza. Erano solitamente costituite da una cassetta in legno suddivisa in vari scomparti nei quali erano alloggiati pochi strumenti chirurgici e l’occorrente per una terapia farmacologica. Fino al tardo Medioevo la farmacia fu parte integrante della medicina. Le basi della farmacia moderna risalgono al Rinascimento. La scoperta dell’America nel 1492 aumentò sensibilmente il numero delle specie vegetali conosciute, contribuendo così a dare impulso allo studio farmacologico delle piante.

Antica e inusuale farmacia di bordo in legno di mogano
Antica e inusuale farmacia di bordo in legno di mogano



Antica farmacia di bordo inglese a base rettangolare, in legno, databile alla fine del XIX sec. E’ formata da un vano superiore con coperchio, diviso a scomparti e contenente diverse bottigliette in vetro di varie dimensioni e alcuni altri piccoli attrezzi medici, e da un cassetto inferiore, contenente una bilancina, mortaio, pestello, misurini, imbuto, lava-occhi ed altri oggetti. Misure cm 33x24x28.



Antica farmacia di bordo inglese

Antica farmacia di bordo inglese
 Elegante e rara farmacia di bordo inglese, databile verso la prima metà del XIX sec., con custodia in piuma mogano, maniglia e cerniere in ottone e completa di chiave. Il mobile a base rettangolare è formato da un vano centrale a due ante in cui sono alloggiati, separati da divisori in legno, numerosi contenitori in vetro soffiato ognuno dei quali contiene polveri e preparati chimici. Nella parte sottostante sono disposti tre file di cassetti: la prima fila a tre scomparti contiene vari oggetti, la seconda e la terza contengono una bilancina con i relativi pesi, mortaio, pestello, misurini, imbuto, lava-occhi ed altri oggetti. Nella parte posteriore vi è un vano scorrevole, apribile con segreto solo dall’interno, contenente veleni e prodotti oppiacei.

Elegante e rara farmacia di bordo inglese
Diverse farmacie portatili (XVII-XIX secolo) documentano la storia della farmacia: le più antiche provengono dalla fonderia del granduca Ferdinando Il di Toscana e da quella di Santa Maria Novella. Le farmacie portatili erano usate dagli speziali o dai medici contenevano boccettine di vetro con dentro i medicamenti, accompagnate dal relativo foglietto illustrativo. Museo storico Nazionale dell’arte sanitaria
Farmacia portatile della prima metà del XVIII secolo
                     Per Concludere
In un relitto ritrovato vicino a Piombino è stata scoperta una vera cassetta di pronto soccorso.
Fra il 140 e il 120 avanti Cristo, Roma era in piena espansione in tutto il Mediterraneo. Poco tempo prima si era conclusa la terza guerra punica: sotto il comando del console Scipione Emiliano era stata distrutta Cartagine, nello stesso periodo la Grecia era diventata una provincia romana a tutti gli effetti. Erano gli anni dei due fratelli Gracchi, Tiberio e Gaio; la ricchezza pioveva su Roma, fulcro del mondo. Proprio in quel periodo un veliero, solcando il mar Tirreno di ritorno da un viaggio nel Mediterraneo, incappò in una tempesta e naufragò nel Golfo di Baratti, nei pressi di Piombino. Non è dato sapere che cosa successe all’equipaggio e ai passeggeri, ma di certo a bordo c’era un medico, con la sua “cassetta del pronto soccorso”: lo hanno dimostrato gli studi di archeologi e biologi, duemila anni dopo il naufragio.
Il relitto del Pozzino (dal nome della baia dove affondò il veliero) è rimasto a 18 metri di profondità fino al 1974, quando fu individuato sotto un intrico di posidonia e iniziarono le missioni subacquee per riportarne a galla i tesori e svelarne i misteri. La nave, lunga 15 metri e larga 3, trasportava anfore, brocche, coppe di vetro, ceramiche, lucerne, tutte provenienti da Paesi del Mediterraneo orientale e dell’Asia Minore. Subito si capì che a bordo doveva esserci un medico, perché fra le altre cose vennero rinvenuti uno specillo (strumento lungo e sottile usato per esplorare le ferite), una ventosa in bronzo per i salassi, una brocchetta con filtro, un mortaio. Poi, nel 1989, la sorpresa: in una cassetta di legno c’erano 136 cilindretti in legno, rivestiti di stagno, contenevano una discreta quantità di dischetti. Perfettamente conservati grazie alla sigillatura ed esposti al Museo Archeologico del Territorio di Populonia a Piombino, hanno iniziato a svelare i loro segreti 20 anni dopo il ritrovamento

Sulle navi Romane c’era il medico a bordo duemila anni fa
Si tratta di pastiglie a base di erbe, antesignane delle attuali pillole: lo hanno accertato Robert Fleischer e Alain Touwaide dello Smithsonian Conservation Biology Institute di Washington (Usa), in collaborazione con il Laboratorio di Analisi della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, analizzandone con tecniche di biologia molecolare il contenuto. Luigi Campanella, direttore del Polo Museale della Sapienza di Roma, dove sono stati presentati gli ultimi risultati delle ricerche sul relitto del Pozzino, spiega: «In quelle pastiglie di circa un centimetro di diametro c’erano estratti di piante. I ricercatori hanno analizzato il Dna e identificato diverse specie vegetali utilizzate per curare infiammazioni, disturbi ai reni, tosse. Il medico, in pratica, aveva con sé l’armamentario per intervenire su piccoli, comuni malanni».
strumenti chirurgici di epoca romana


Antichi strumenti Chirurgici- fortunati a vivere 2000-2500 anni dopo
Le piante sono state riconosciute confrontando i tratti di Dna rilevati nelle pastiglie con le sequenze genetiche nel database dei National Institutes of Health statunitensi: in ogni “pillola” pare ci fossero una decina di erbe diverse, fra cui cipolla, carota, noce, cavolo, sedano, prezzemolo, ravanello, biancospino, achillea, ibisco. Tutte erbe abbondantemente presenti nei testi medici dell’antichità; probabilmente il medico di bordo le metteva assieme aiutandosi con il mortaio e gli altri strumenti che aveva con sé sulla nave. Gli storici ritengono probabile che le pillole venissero disciolte in acqua o vino, per essere poi bevute o applicate sulla pelle. Capire quali fossero le erbe contenute nelle pastiglie ha richiesto anni di lavoro ed è stata un’impresa non da poco. Come è possibile riuscire a fare indagini tanto accurate su reperti così antichi? «Senza dubbio è cruciale la qualità del materiale rinvenuto – spiega Gino Fornaciari, direttore della Divisione di Paleopatologia, Storia della Medicina e Bioetica dell’Università di Pisa -. Le tecniche attuali però ci aiutano molto, perché sono estremamente precise. La biologia molecolare, con l’analisi delle proteine e del Dna, è applicabile ai reperti di migliaia di anni fa come a campioni “freschi”, senza differenza».
«La scienza offre grandi opportunità all’archeologia, oggi – aggiunge Campanella -. Grazie alle certezze delle analisi biologiche possiamo corroborare le nostre teorie o proporne di nuove, svelando misteri del passato». È proprio questa la parte affascinante del lavoro di questa sorta di “polizia scientifica” dell’antichità: con i metodi di oggi si può scoprire come vivevano i nostri antenati e magari trarne qualche insegnamento. Infatti, lo scopo neanche troppo nascosto degli scienziati che lavorano sulle pillole del relitto del Pozzino, fra le medicine più antiche arrivate fino a noi, è trovare qualche “mix” millenario che possa essere riscoperto dalla medicina attuale per la cura di qualche malattia. Gli “investigatori del passato” lavorano anche sui resti umani riesumati dagli archeologi: «Oltre a cercare di capire come gli antichi si curavano, può esserci utile anche comprendere come e di che cosa si ammalavano – spiega Fornaciari -. La paleopatologia, che studia le malattie del passato, aiuta a capire come si viveva nelle diverse epoche storiche, perché le patologie non sono mai eventi casuali ma sono prodotti dell’ambiente. E può servire ai medici di oggi: così come può essere interessante scovare rimedi in voga nell’antichità e provare a riproporli aggiornati, è altrettanto importante sapere come si sono evolute nei secoli malattie che ci affliggono ancora oggi. Tracciare la loro storia significa conoscerle meglio e magari trovare nuovi mezzi per combatterle con più efficacia.